Valcamonica

Fratellini morti, l'autopsia accusa il padre

Erano già morti Davide e Andrea, i due fratellini di 9 e 12 anni, quando le fiamme hanno avvolto il letto in cui dormivano.
ff
AA

Erano già morti Davide e Andrea, i due fratellini di 9 e 12 anni, quando le fiamme hanno avvolto il letto in cui dormivano. «Messi in condizioni di non poter reagire al fumo», dicono in procura a Brescia, dove nel tardo pomeriggio di mercoledì sono arrivati i risultati dall’autopsia eseguita agli Spedali Civili di Brescia. Autopsia che proseguirà tecnicamente anche questa mattina con ulteriori analisi

Di sicuro non li ha uccisi il fuoco e c’è fumo nei polmoni, ma non sufficiente a provocare la morte. Resta l’ipotesi che prima siano stati avvelenati. "Narcotizzati", precisano ancora in procura. Non esiste più alcun dubbio, non è stata una disgrazia o un incidente domestico a provocare la morte dei due fratelli trovati carbonizzati martedì mattina nella casa del padre con cui stavano trascorrendo una decina di giorni, a Ono San Pietro in Vallecamonica. L’uomo Pasquale Iacovone, quarantenne che aveva giurato all’ex moglie di ammazzare lei e i figli, è in gravissime condizioni all’ospedale di Padova. Era in casa con i due bambini e i sospetti che sia stato lui a uccidere i figli per poi tentare il suicidio si fanno sempre più pesanti.

Per il momento comunque il fascicolo della procura di Brescia che indaga per duplice omicidio resta aperto contro ignoti.

Non ci sono segni di violenza sui corpi e le analisi chimico-tossicologiche dovranno chiarire con cosa sono stati avvelenati. «Lo sapevo, lo sapevamo tutti, anche la madre non si è illusa neppure per un istante» - mormora il legale di Erica Patti, Pierluigi Milani che da un anno segue le vicende giudiziarie della donna, sia quelle che riguardano la separazione sia le persecuzioni di Pasquale, denunciato per stalking. Erica, 37 anni, aveva paura, ogni volta che doveva lasciare i figli all’ex marito, da cui era separata da 4 anni. Avevano continuato entrambi a vivere nel paesino dalla Valcamonica, a 200 metri di distanza, e i bambini vedevano volentieri e regolarmente il padre. «Non voglio che i miei timori influenzino i rapporti tra i figli e il padre a cui vogliono un gran bene».

Eppure lo aveva comunque denunciato una decina di volte per stalking (e l’uomo infatti era destinatario di un provvedimento per stare alla larga dalla moglie), aveva chiesto un sostegno psicologico per i figli e la potestà genitoriale dell’uomo poteva essere limitata. Domenica sera Pasquale avrebbe dovuto riportare i figli alla madre. Lei si è preoccupata, ha telefonato all’avvocato ma per non creare ulteriori tensioni in vista delle prossime scadenze giudiziarie, non ha voluto rivolgersi ai carabinieri. Qualcuno le ha riferito che i bambini erano stati visti giocare tranquilli nel pomeriggio di lunedì. Ma in mattinata l’uomo aveva ricevuto la citazione in tribunale per lo stalking e due giorni dopo avrebbe dovuto presentarsi dallo psicologo dei servizi sociali.
Così forse ha deciso di mettere in atto quello minacciava da mesi.

Se verrà dato il nullaosta nelle prossime ore, il funerale dei due piccoli verrà celebrato sabato pomeriggio alle 15.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Argomenti