Valcamonica

Fatica, sudore e divieti: i gradini «proibiti» della centrale

I 4.169 scalini della centrale del Resio sono meta di corridori e camminatori ma l’area è privata e non vi si dovrebbe accedere
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La verità è che si può capire un tubo solo quando si arriva in cima (al tubo). Forse, detto così, è un po’ difficile da capire. Chiedetelo ai runner fanatici del mondo verticale e ai camminatori «estremi» che da un po’ di tempo hanno fatto un voto d’amore per l’ostile e selvaggia centrale idroelettrica alla diga del Resio: ma la gradinata spaccagambe, che dal confine tra Darfo Boario Terme ed Esine, porta fino al bacino a quota 1.067 metri, è vietata al pubblico. Non toccare, off-limits, impercorribile.

«Questa cosa sta diventando una mania - ha tuonato l’ingegner Valota della società "Linea Energia", proprietaria dell’impianto camuno-. Tutta la struttura dell’impianto del Resio è proprietà privata ed è ad uso esclusivo dei nostri operai e degli addetti alle manutenzioni. Di tanto in tanto azioniamo anche la fune che muove il carrello e può essere molto pericoloso. In caso di caduta o infortunio di persone non autorizzate, le responsabilità sarebbero pesantissime».

Scalinisti avvisati, mezzi salvati. «C’è il sentiero numero 725 che è molto più sicuro e ben segnalato che, da un lato, porta fino al corno Ceriale e dall’altro si inoltra fino alla presa dell’acqua collegandosi poi con il sentiero 730 - prosegue l’ingegnere -. La scala, il coronamento della diga e le strutture sono recintate ed è vietato l’accesso. E se non bastano i cartelli che già ci sono, ne appenderemo altri».

A sorvegliare sui gradini della passione, non ci sono solo gli occhi degli operai in turno nella centrale a valle, ma anche una telecamera posizionata a monte che riprende chi va e chi viene. Un altolà deciso che spegne anche i buoni propositi degli amministratori comunali di Darfo Boario Terme ed Esine (la linea idroelettrica si sviluppa sul confine tra i due Comuni): il vicesindaco di Darfo, Attilio Cristini, sognava di poter riutilizzare il carrello trainato dalla carrucola come «zattera» per portare i turisti fino in quota e, da lì, sviluppare la rete di sentieri che porta verso i monti di Cervera e le malghe di Darfo. Ma non è tutto: il consigliere allo Sport del Comune di Esine, Luca Camossi, era invece possibilista sul- l’idea di organizzare un evento sportivo riservato agli amanti delle «Vertical Tube».

La «race» più famosa è quella in Valtellina, dove gli atleti percorrono un dislivello di 500 metri spalmato su 2.700 gradini: una «scampagnata» rispetto alla salita del Resio che si sviluppa, con pendenze variabili, lungo 814 metri di dislivello, un chilometro e 350 metri di lunghezza e 4.169 gradini. Ma il calvario è pericoloso e vietato. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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