Ex Selca, la Prefettura preme per uscire dallo stallo: rimozione rifiuti da gennaio
Selca: al di là dei progetti, delle continue contese, delle rivendicazioni, delle sentenze, dei fondi e di tutto il resto, su cui ci si è incagliati in questi anni, è ora di agire, è ora, nel concreto, di iniziare a portare via almeno una parte dei rifiuti tossici stoccati dentro e fuori dei capannoni di Forno Allione.
È la sintesi, forse un po’ sbrigativa, dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi in prefettura a Brescia, voluto dal prefetto per fare il punto e invitare-incitare a procedere chi ne ha il potere. Intorno al tavolo c’erano tutti: il curatore Giacomo Ducoli, il sindaco di Berzo Demo Gianbattista Bernardi, il presidente della Comunità montagna Alessandro Bonomelli, l’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione, il presidente della Provincia Emenuele Moraschini e il direttore di Arpa Lombardia Fabio Cambielli.
A cinque mesi dalla conferenza dei servizi definitiva, che ha dato il via libera al progetto di smaltimento, non è stato portato via neppure un chilogrammo. Ed è ormai passato un anno anche dall’ordinanza del commissario prefettizio, che allora reggeva il Comune e che imponeva la rimozione dei rifiuti, emessa dopo la sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione alla precedente ordinanza di Bernardi.
Cercasi impresa
Durante l’incontro sono emerse notizie buone e meno, come il fatto che l’azienda che avrebbe dovuto trasportare i rifiuti Oltralpe si è ritirata ed è in corso una trattativa con un’altra impresa. La sollecitazione è stata per iniziare la rimozione all’inizio del 2024, utilizzando i 2,5 milioni circa che il fallimento possiede ancora. Si tratterebbe di poco più del 10% dei materiali presenti (col passare degli anni il costo di smaltimento dei rifiuti è raddoppiato). I restanti fondi, tra 16 e 18 milioni, potrebbero essere messi, ciascuno per la propria parte, dagli enti.
Impegno
«La curatela - afferma il sindaco Bernardi - ci ha detto che entro i primi dell’anno inizierà a portare via i rifiuti. Per la restante parte la Comunità montana si è già esposta con 4 milioni e la Regione non potrà metterne meno, un milione dovrebbe arrivare dalla Provincia e poi ci sono i fondi Odi di Cevo e Saviore: insieme a quelli del curatore sfioreremmo i 16 milioni, che ci consentirebbero di smaltire una quantità importante. Gli enti interverranno solo dopo la curatela, sperando che non emergano nuove scusanti». «La richiesta - commenta il presidente Moraschini - è stata perentoria: è la curatela che ora deve agire, diversamente gli enti non possono stanziare un centesimo. Si dovrebbe partire con le prime 5mila tonnellate. Non c’è altro tempo da perdere».
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