Ex Selca: i soldi ci sono, ma manca ancora il progetto
Poco più di 2.800 firme, raccolte sulla piattaforma Change.org, per chiedere di liberare la Valcamonica dai veleni, con particolare riferimento ai rifiuti stoccati nell’area ex Selca di Forno Allione.
Le hanno depositate in Comunità montana un gruppo di associazioni ambientaliste camune, capitanate da Italo Bigioli degli Amici della natura, consegnandole al presidente Sandro Bonomelli e all’assessore all’Ecologia Mirco Pendoli. L’obiettivo è tenere alta l’attenzione sul problema e intervenire al più presto, visto che nell’ultimo decennio, tra carte bollate e aule di tribunali, poco o nulla si è riusciti a fare.
Il tema è ingarbugliato, complesso e si è avvitato su se stesso, mentre alcuni protagonisti si sono arroccati sulle loro posizioni. Quel che è certo è che ci sono 37mila tonnellate di rifiuti pericolosi stoccati da una dozzina d’anni in parte all’interno dei capannoni del sito industriale e in parte sui piazzali. Un’altra certezza è la sentenza del Consiglio di Stato, che un mese fa ha decretato, in via definitiva, che deve essere il curatore fallimentare a effettuare gli interventi a tutela del sito contaminato. Nella realtà, nessuno degli attori che si sono seduti al tavolo ha grandi possibilità di agire: né le associazioni ambientaliste, che continuano a sollevare il caso, e neppure l’ente comprensoriale.
Il presidente Bonomelli ha però contribuito al dibattito ribadendo che, oggi, le risorse per la bonifica sarebbero già a disposizione, ma a fronte di un progetto approvato.
L’accordo di programma tra Comune di Berzo Demo, enti comprensoriali, Provincia e Regione, mai però sottoscritto, mette sul piatto una decina di milioni, a fronte della stesura di un progetto di bonifica da parte del curatore fallimentare, che dovrà essere approvato da tutti gli enti. All’appello manca il progetto (o la volontà del curatore di realizzarlo) e le varie e conseguenti approvazioni, che consentirebbero al Comune di acquisire le aree e disporre la bonifica «in situ».
L’unica ipotesi che ancora oggi regge è infatti la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti direttamente sul posto; ogni altra soluzione è risultata non attuabile. Nello scacchiere, da qualche settimane, è però cambiato un soggetto: con la caduta dell’Amministrazione, a fare le veci del sindaco è il commissario prefettizio. Che si starebbe muovendo parecchio sul tema ex Selca e avrebbe già incontrato alcuni attori principali. In una vicenda tanto annosa, l’autorità di governo potrebbe riuscire a velocizzare e concretizzare alcuni passaggi che, alla luce dei fatti, hanno solo ristagnato negli ultimi anni.
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