Valcamonica

Ex Selca di Berzo Demo, arriva l’ok per lo scarico delle acque

Il sindaco Bernardi accelera sull’iter per risolvere il nodo dello smaltimento
Alcuni dei rifiuti collocati nelle big bags all’interno di un capannone - © www.giornaledibrescia.it
Alcuni dei rifiuti collocati nelle big bags all’interno di un capannone - © www.giornaledibrescia.it
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A pochi giorni dal suo insediamento, il sindaco di Berzo Demo Gian Battista Bernardi rivolge subito le proprie attenzioni all’ex Selca, il più grande grattacapo per il Municipio. Bernardi vuol fare un po’ di chiarezza, dopo un anno fuori dai giochi con il commissario a occuparsi del caso e dopo «i tanti commenti non appropriati».

La situazione

A seguito dell’ordinanza del commissario, che un anno fa ha imposto al curatore fallimentare di smaltire i rifiuti pericolosi presenti nel sito (ordinanza sulla quale pende un ricorso al Tar), è stato deciso di trasferire i rifiuti all’estero per smaltirli. Come precisa Bernardi, i fondi disponibili ammonterebbero a poco più di 2 milioni e basterebbero solo per un decimo dei materiali presenti: per completare l’operazione mancherebbero almeno 20 milioni. «Il compito dell’Amministrazione è reperire i fondi dagli enti, come avvenuto in passato - specifica Bernardi -: ognuno dovrà fare la propria parte. Stiamo attendendo risposte, perché ci risultano ancora disponibili 4 milioni dei fondi Odi, mentre dovranno intervenire gli altri enti preposti, stanziando i soldi necessari. È scontato che non può averli il Comune».

In attesa del Tar

Tutto questo, tiene a sottolineare il sindaco, sempre che il Tar non dia ragione al curatore sull’ordinanza del commissario: in questo caso «toccherà al Comune provvedere e non so proprio con quali fondi. È poi probabile che dopo la sentenza del Tar si ricorrerà al Consiglio di Stato, come sempre avvenuto in passato».

In questi giorni è però arrivata una e buona notizia: la Provincia ha autorizzato lo scarico delle acque, dopo che il curatore ha eseguito i lavori di messa in sicurezza della falda, obbligato com’era da un’ordinanza emessa da Bernardi nel 2017. «Il Comune è aperto a chiunque voglia avere informazioni, come in passato - conclude Bernardi -: non sono a conoscenza di comitati, ma mi sono sempre e solo confrontato con associazioni ambientaliste mai formalmente costituite».

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