Esonda il torrente Re, Niardo e Braone travolti da acqua e fango
Una forte tempesta si è abbattuta ieri sera sull’alta Valcamonica, causando l’esondazione del torrente Re tra Niardo e Braone. Coinvolto anche il torrente Cobello. I due paesi sono stati investiti dall’acqua e dal fango, rendendo impraticabili le strade e costringendo, a fine giornata, 260 persone ad abbandonare le loro case. Tre donne anziane sono state soccorse e trasportate negli ospedali di Esine e Lovere, ma le loro condizioni non sarebbero gravi. Le strade più colpite sono Via Crist, via Brendibusio, via primo maggio.
Nuova allerta
Nel frattempo, alle 11.45 c’è stata un'allerta nel centro di Niardo. Dal sorvolo dell’elicottero vigili del fuoco sarebbe emerso un nuovo fronte in movimento, bloccato per ora da un ponte. In paese il livello e la portata dei tanti rivoli che scendono dalla montagna è aumentato e Polizia e carabinieri hanno allontanato le persone dal centro e alcune operazioni sono state sospese per precauzione. «Si è formata una sacca di acqua e fango a monte del paese, per ora non é sicuro rientrare e dobbiamo far restare tutti fuori» ha spiegato la Polizia Locale di Niardo alle tante persone che da oltre un’ora sono in attesa di poter riprendere a pulire le case e i negozi da acqua e detriti. Gli escavatori pesanti sono al lavoro per riportare il torrente nel suo alveo mentre le altre operazioni sulla via Brandibusio, completamente coperta di fango, sono al momento ancora sospese per precauzione.
Alle 14 si è riunito nella sede dei Vigili del fuoco di Breno il centro di comando comunale per l’emergenza alluvione a Niardo. In serata sono attese nuove violente precipitazioni e si sta valutando di evacuare la porzione del paese in corrispondenza dei due torrenti, il Re e il Cobello, nella parte a sud della ferrovia. In questo momento, infatti, i corsi d’acqua non hanno un alveo delimitato e ogni nuova precipitazioni scaricherebbero nelle strade del paese.
Attivati due elicotteri per l’evacuazione, in via precauzionale, di 105 ragazzi dalla struttura di accoglienza estivo Campo Tres, a Ceto, perché le strade di collegamento sono parzialmente interrotte.
🔴 #Maltempo #Brescia, #vigilidelfuoco in azione a Ceto: prosegue l’evacuazione con 2 elicotteri delle 105 persone, adulti e ragazzi, rimaste isolate in un campo estivo e di oltre 30 residenti bloccati nelle proprie abitazioni [#28luglio 17:30] pic.twitter.com/4V88h5nSXX
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) July 28, 2022
La situazione continua a essere costantemente monitorata, in quanto si segnala la probabile ripresa di fenomeni temporaleschi a decorrere dal pomeriggio di oggi. È infatti in corso un’allerta gialla per temporali e, dalle 18 di oggi, anche per rischio idrogeologico. Regione Lombardia ha messo a disposizione di tecnici e amministratori un elicottero per un sorvolo delle zone a monte delle aree colpite e sta supportando il Comune nelle attività di competenza, anche per l’attuazione di interventi di difesa del suolo a tutela della pubblica incolumità. Per il supporto logistico degli evacuati e per le attività di rimozione di fango e detriti sono state attivate le associazioni e i gruppi comunali di Protezione civile della Valcamonica e Provincia di Brescia, insieme ai Vigili del Fuoco.
I danni
Il fango ad un metro di altezza nelle stanze al primo piano, in alcuni casi anche più alto. Dieci ore dopo la frana che ha investito l'abitato di Niardo l'acqua continua a scorrere dalla montagna. Dalla mezzanotte gli abitanti si sono rimboccati le maniche e stanno cercando di mettere in salvo tutto quello che riescono ma massi e fango si sono lasciati dietro danni per ora incalcolabili. Abitazioni e negozi sono impraticabili, è stato necessario abbattere le porte e usarle come passerelle sopra il fango per mettere al sicuro anziani e bambini.
Le ruspe accumulano alti mucchi di sabbia, terra e massi per provare a liberare la strada principale ma la situazione resta critica, decine di auto sono bloccate dal fango e dai detriti. Solo nelle prossime ore, dopo il sorvolo delle zone colpite da parte delle autorità, sarà possibile avere l esatta proporzione dei danni. In tutta la zona mancano acqua e gas nelle abitazioni.
La viabilità
La ss42 è rimasta bloccata tutta notte (ora è aperta a senso unico alternato) e le operazioni di pulizia dai detriti sono ancora in corso. Inagibile anche la ferrovia, su cui si sono abbattuti dei massi. Non è al momento possibile fare una stima dei danni. I due Comuni hanno allestito due centri di raccolta per la popolazione: gli abitanti di Braone sono stati evacuati a Ceto, mentre quelli di Niardo sono a Breno.
Sul posto per tutta la notte hanno lavorato decine di squadre di Vigili del fuoco, arrivate anche da Sondrio, Como e Milano. Intervenuti decine di volontari della Protezione civile. Tecnici ancora all'opera per mettere in sicurezza i due paesi.
Il sindaco
«A mezzanotte dopo un'ora di pioggia intensa abbiamo sentito un grande frastuono sembrava un terremoto: era il torrente esondato». Così Carlo Sacristani, sindaco di Niardo, che ha spiegato a Radio Capital: «È un disastro qui, interrotta la viabilità e la via ferroviaria. Abbiamo danni a diversi fabbricati. Fortunatamente non ci sono vittime. Si sentiva odore di metano e sono intervenuti i tecnici: il pericolo di perdite è stato scongiurato. La Regione ha attivato subito gli interventi per incanalare di nuovo il torrente nel suo letto».
I piccoli comuni di Niardo e Braone, in provincia di Brescia, sono stati colpiti da #maltempo e forti piogge, provocando anche l’esondazione del torrente Re. Massi, fango e tanta paura. La mia vicinanza ai sindaci, alle famiglie evacuate e a tutta la popolazione coinvolta.
— Mariastella Gelmini (@msgelmini) July 28, 2022
Le reazioni politiche
Subito aiuti economici ai Comuni e avviare opere di prevenzione. Il consigliere regionale del Pd Gianni Girelli interviene così dopo le forti piogge che sono cadute nella notte in Valcamonica provocando danni enormi. «Ora - afferma Girelli- è necessario dare nel minor tempo possibile aiuti economici e logistici ai Comuni colpiti dal maltempo. È anche indispensabile però, data la frequenza degli eventi atmosferici estremi, approntare da subito un piano di monitoraggio delle criticità e dei punti vulnerabili, necessario per realizzare opere di prevenzione, un piano di emergenza e accantonare risorse economiche adeguate. Intervenire dopo i disastri non basta, bisogna cercare in ogni modo di prevenire prima».
«Ho sentito l'assessore Foroni, che mi ha confermato l'intervento tempestivo di Regione Lombardia dopo quanto avvenuto in Valcamonica. Come noto la situazione a Brione e Niardo è critica, ma gli uomini della Protezione Civile stanno lavorando da questa notte. Inoltre, la Regione ha già stanziato 800mila euro per le prime operazioni di messa in sicurezza. Alle popolazioni coinvolte va garantito il massimo sostegno in questa fase di emergenza, ma sarà fondamentale pensare alla ricostruzione e a quanto può essere fatto per arrivare a una piena messa in sicurezza della zona».
Lo dichiara Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto in consiglio regionale, commentando le notizie provenienti dalla Valcamonica dopo le bombe d'acqua che hanno investito il territorio di Brione e Niardo. «Agli abitanti di Brione e Niardo -conclude Viviana Beccalossi- va tutta la mia vicinanza, così come il mio ringraziamento agli amministratori, ai tecnici impegnati sul posto e a tutti i volontari che stanno lavorando senza sosta».
Dino Alberti (M5S): «Sono solidale con tutti gli abitanti dei comuni di Braone e Niardo e vicino a tutte le persone che hanno lavorato, a loro il mio più sentito ringraziamento, per evitare che i danni potessero essere maggiori e soprattutto scongiurato vi fossero vittime. Quanto successo è senza dubbio riconducibile agli effetti del cambiamento climatico. Un lungo periodo di assenza di piogge genera effetti pericolosi sul suolo, che non è più in grado di attenuare ondate violente ancorché limitate nel tempo di pioggia. Basta veramente un'ora di pioggia intensa per generare questi disastri. Purtroppo, questi fenomeni saranno sempre più frequenti. Serve una strategia regionale di lotta al cambiamento climatico che sappia introdurre misure concrete e immediate, per la salvaguardia della risorsa idrica, sempre più rara e preziosa e tutelare i suoli, primo argine contro esondazioni e allagamenti» conclude Alberti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato