Esine: l'Ospedale si fa in quattro

«Reti arancio in plastica che delimitano gli spazi» uguale «cantieri». L'associazione di idee è presto fatta. Uno dei più grossi «agglomerati» arancioni in Valcamonica si trova alla periferia di Esine: a mettere in fila tutta quella plastica traforata, si supera sicuramente il chilometro. Il committente dei cantieri è l'Asl camuna, che ha avviato in queste ultime settimane quattro maxi progetti di edilizia sanitaria per circa 20 milioni di euro di investimento totale.
L'intervento più grande nella storia del nosocomio di Valcamonica, che si prepara a tagliare il traguardo del secondo decennio di attività «in piena attività». Una sorta di «raddoppio» della struttura, che spinge con facilità a parlare di una seconda giovinezza dell'ospedale.
Difficile dire quale sia il cantiere più importante o il più significativo. Partiamo dall'opera che dovrebbe essere completata per prima, la realizzazione del servizio di radioterapia, con la costruzione di un apposito bunker e dei locali annessi (i tempi preventivati parlano di sei mesi). Si tratta di un intervento di primaria importanza, che consentirà di qualificare maggiormente l'ospedale camuno e di evitare i quotidiani trasferimenti a Brescia dei pazienti.
Entro un anno, verrà poi costruito il nuovo edificio per il Centro psico sociale (Cps), il Centro ricreativo adulti (Cra) e la Neuropsichiatria infantile (Npi), palazzina destinata a ospitare gli utenti che fino a oggi sono stati seguiti presso la struttura della Pia fondazione di Malegno.
Servirà un anno anche per approntare il nuovo ingresso all'ospedale, necessario in seguito alla realizzazione del raccordo con la Ss 42 (messo in atto da Comunità montana e Anas) al fine di risolvere i problemi di accesso e viabilità intorno al nosocomio. E per completare i lavori di manutenzione straordinaria dell'intero complesso ospedaliero, in particolare per il condizionamento di tutte le stanze di degenza.
L'ultimo intervento, per il quale serviranno 2,3 milioni di euro (di cui 1,6 finanziati dallo Stato, 8mila dalla Regione e i rimanenti dall'Asl), riguarda la costruzione di una palazzina adibita a sede universitaria e agli ambulatori per l'attività libero-professionale intra muraria dei medici. Nei nuovi spazi troveranno posto sia il corso di laurea infermieristica (oggi è a Darfo), fondamentale per la formazione e la qualificazione del personale infermieristico, e alcuni ambienti per le visite.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato