Valcamonica

Due anni dopo la frana, è ancora pericolo caduta massi

Al Monticolo gli arrampicatori segnalano la situazione di stallo nel parco dei Corni Freschi
Girolamo Pennacchio denuncia la situazione dei Corni Freschi - © www.giornaledibrescia.it
Girolamo Pennacchio denuncia la situazione dei Corni Freschi - © www.giornaledibrescia.it
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Girolamo è ancora lì, a vegliare sulla frana che ha costretto a chiudere un sito archeologico e ha spento gli entusiasmi degli arrampicatori. Monticolo, parco rupestre dei Corni Freschi con la famosa roccia delle alabarde: il 25 novembre 2016, la montagna scaricò qualche metro cubo di roccia compatta tra la parete di arrampicata e l’area adiacente la roccia. E, da allora, tutto è rimasto com’era.

«Gli unici massi che hanno portato via sono quelli usati per i lavori alla ciclabile», spiega Girolamo Pennacchio, appassionato del mondo verticale che fa tappa qui tre giorni a settimana. «Questa storia mi ha fatto capire che se non c’è un ritorno economico, non si muove nessuno. E intanto le cose vanno in malora». La transenna col divieto di accesso è stata accantonata, la staccionata traballa e gli ultimi lavori di taglio dell’erba sono stati fatti da Girolamo e dai Los Chicos Buenos di Montecchio.

 

Il cartello affisso nei pressi della  roccia delle alabarde - © www.giornaledibrescia.it
Il cartello affisso nei pressi della roccia delle alabarde - © www.giornaledibrescia.it

 

«La montagna e il bosco sono privati e l’area archeologica è comunale - ammette Girolamo -. Ma nessuno si interessa di questa situazione e allora lo facciamo noi. Avevo segnalato in Comune che i massi crollati erano arrivati fino alle panchine: per risolvere il problema hanno portato via le panchine».

In questo corridoio di terra tra la ciclabile, i campi di mais e la parete del Monticolo, tutti hanno le loro ragioni. La montagna e il bosco sono di un privato, ma appoggiano i piedi nel piccolo parco archeologico che fa parte del Sito Unesco 94: il Comune sostiene che le spese di sgombero della frana e di messa in sicurezza della montagna sono a carico del privato.

Gli sportivi che arrampicano in parete non potrebbero farlo perché sono in…casa d’altri: per questo, il privato, ha piazzato alcuni cartelli di «pericolo caduta massi» che avvisano i passanti e lo tutelano in caso di incidente. Il Comune, proprietario del sito rupestre, vorrebbe creare un nuovo accesso alla roccia delle alabarde per bypassare il pericolo-frana: ma, al momento, non ci sono i soldi. Nessuna fretta e una certezza: i Corni restano freschi.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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