Dopo l’emergenza gli ospedali camuni guardano avanti
Per ricordare chi non c’è più, il suono del Silenzio con la tromba degli alpini. Per ringraziare chi ha lavorato, le parole del direttore generale dell’Asst di Valcamonica Maurizio Galavotti. Ma, oggi più che mai, è il momento di guardare avanti e strutturarsi, per offrire servizi di cura migliori del passato e per non farsi trovare impreparati in caso arrivi una seconda ondata di contagi da Covid-19. A quattro mesi dal primo caso in Lombardia, la direzione degli ospedali camuni ha fatto il punto, annunciando gli interventi di trasformazione e miglioramento del presidio di Esine, alla presenza dell’assessore regionale Davide Caparini.
Le proposte. Diverse le proposte presentate al Pirellone, a iniziare dalla terapia intensiva: l’intento è portare da quattro a sei i posti letto accreditati negli spazi oggi esistenti, compreso uno in un box isolato (costo 322mila euro), e sdoppiare la centrale di monitoraggio dei sei posti di Unità coronarica, in modo da gestire in modo separato i posti letto in caso di necessità d’utilizzo come terapia intensiva (per 35mila euro). L’opera più consistente riguarderà il pronto soccorso con due interventi: uno renderà strutturale la trasformazione, in caso di emergenza, dei sei posti di osservazione breve intensiva in terapia intensiva; l’altro prevede un miglioramento degli spazi per accoglienza e triage utilizzando i duecento metri quadri della camera calda, creando sale d’attesa ambulatoriali differenziate (per 900mila euro). Infine con 1,1 milioni si vorrebbero spostare i quattro posti di «stroke unit» dal primo piano (area day hospital) per portarli sopra l’Unità coronarica. Oggi l’ospedale di Edolo è Covid free e sanificato completamente, mentre a Esine restano dodici posti letto nell’ex day hospital della Medicina per pazienti Covid sia di area chirurgica sia medica.
Tre direttrici. Il piano di riorganizzazione ha seguito tre direttrici: anzitutto mantenere un’organizzazione elastica, perché l’ospedale possa rapidamente riadattarsi a eventuali cambiamenti della situazione epidemiologica, per avere letti che nel giro di poche ore possano essere trasformati in terapia intensiva e sub intensiva. È stato poi regolamentato l’accesso in ospedale, una decisione non piacevole ma necessaria per ridurre al massimo l’esposizione di pazienti e operatori. Non è solo distanziamento fisico ma anche temporale, con prestazioni solo su appuntamento (anche per i prelievi) e distanziate per la necessità di sanificare luoghi e attrezzature. Per recuperare le 15mila prestazioni ambulatoriali sospese per l’emergenza sono stati aumentati gli ambulatori e la fascia oraria. Infine sono stati definiti dei percorsi differenziati tra pazienti Codiv e non, sia in area emergenza urgenza sia in specialistica ambulatoriale e per ricovero. In ospedale sono decedute, a causa del Coronavirus, 192 persone, di cui il 30 per cento provenienti da fuori Valcamonica. Sono stati assistiti 1.400 pazienti, di cui la metà ricoverati a Esine e a Edolo, il 25 per cento della zona di Bergamo Est e basso Sebino. Circa 350 persone sono state seguite a domicilio dai medici di base e altrettante, con condizioni Covid blande, dal gruppo lavoro del pronto soccorso. In tutto si sono rivolte al pronto soccorso 1.200 persone; il nosocomio esinese è arrivato a contenere fino a 156 posti letto covid con 14 di rianimazione.
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