Valcamonica

Dopo il letargo l’orso non perde il vizio: ancora asini sbranati

Come già nel 2015 e 2016 scorribanda dell’esemplare M18 sui monti camuni
Al risveglio. L’esemplare M18 «catturato» dalla fototrappola in Val Brembana dopo il letargo
Al risveglio. L’esemplare M18 «catturato» dalla fototrappola in Val Brembana dopo il letargo
AA

Si è svegliato neppure un mese fa e ha già combinato guai. Ripetendo una sorta di rito «tutto camuno» che aveva già inscenato nel 2015 e 2016.

L’orso trentino M18, di circa cinque anni, nella sua migrazione dall’alta Valbrembana, in provincia di Bergamo, dove ha svernato, al rientro in «patria» in Trentino, dove trascorrerà l’estate, ha deciso, nei giorni prima della Pasqua, di fare una breve sosta ristoratrice in alta Valcamonica, per sfamarsi.

Lungo il tragitto s’è imbattuto in un casolare nel territorio di Cortenedolo, frazione di Edolo, dove, all’interno di un recinto, c’erano due asini, che si è sbranato. Uno completamente e l’altro, probabilmente perché sazio, solo parzialmente. 

A Cortenedolo. È l’amara scoperta che hanno fatto, sabato scorso, i proprietari, che si sono trovati di fronte una scena certamente non piacevole. I loro asinelli, che tenevanoben puliti i prati, sono stati vittima della predazione dell’orso. Che subito dopo si è rimesso in cammino, senza lasciare tracce, e oggi è già a casa in Val di Non, dove quasi certamente si fermerà sino all’inizio dell’autunno. I suoi spostamenti, infatti, facilmente programmabili e seguiti passo passo dai tecnici della Provincia di Trento: M18 è dotato di un radiocollare che traccia i suoi transiti. Non solo, la semplicità nel monitoraggio è dettata anche dal fatto che il plantigrado sembra essere del tutto un abitudinario.

Da quando è tenuto sotto l’occhio del «grande fratello», infatti, ripete ogni anno gli stessi comportamenti: a fine stagione inizia il suo viaggio verso ovest, in direzione delle valli bergamasche, dove va in letargo sino all’inizio della primavera, quando compie il viaggio a ritroso. Fermandosi per uno «spuntino» a base di proteine, una volta l’anno, sempre nell’alta Valcamonica.

Il viaggio. Così è stato nel 2015, quando si è sbranato un asino a Incudine, e così anche nel 2016, quando ha predato un altro asino a Pezzo, frazione di Ponte di Legno. L’anno scorso è invece solo passato, sempre diretto in Trentino, dove diventa stanziale per tutta l’estate e si muove pochissimo, sino ad ottobre. Quando riprende il suo viaggio, che dura all’incirca una settimana, senza causare altri danni e senza che nessuno se ne accorga.

Rimborsi. Alle preoccupazioni degli allevatori della zona, che saranno risarciti della perdita tramite un’apposita polizza stipulata a livello regionale, rispondono i tecnici della Polizia provinciale, che hanno effettuato i sopralluoghi con il veterinario dell’Ats e che seguiranno la pratica di rimborso dell’agricoltore di Cortenedolo. «Spiace tantissimo - dichiara Paolo Tavelli della Polizia provinciale di Brescia - per gli animali e per i loro proprietari ma è il corso della natura e delle predazioni. L’unico modo per difendersi è avere i recinti elettrificati come accade in Trentino, protezioni che tengono lontani orsi e lupi, ma da noi sono poco diffusi, anche perché i casi sono davvero sporadici».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato