Valcamonica

Disperso al Gaver, una notte tra neve e ghiaccio

Un quarantenne di Acquafredda era scomparso con il suo snowboard venerdì: è stato ritrovato sano e salvo.
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La traccia dello snowboard finiva proprio dove cominciava la frattura della slavina. Gli esperti lo sanno che non vuol dire nulla, che la tavola può benissimo aver solcato la neve anche ore prima di quando è avvenuto il distacco. Se però ti sei attivato per cercare un uomo che la sera prima non ha fatto rientro a casa e che proprio da quelle parti era diretto, beh, è facile vederlo mezzo vuoto il bicchiere.

Era questo lo spirito col quale i volontari del Soccorso Alpino si sono messi in fila ed hanno cominciato a ficcare le pertiche nella neve smossa di recente. «Accidenti a lui non aveva nemmeno l’Arva» una delle prime imprecazioni. «Se è qua sotto da ieri sera addio» diceva un altro. «In questi casi al fattore tempo si aggiunge quello del numero» precisa il caposquadra.
Così dietro al «Gera», fra la Misa e il Crocedomini, di tecnici del Cnsas ne sono saliti una ventina e con loro c’erano anche un paio di unità cinofile: dalla Valle Sabbia, dalla Valle Trompia e anche dalla Valle Canonica. Una squadra di rinforzo stava giusto arrivando lì, quando l’hanno visto spuntare da dietro una balza: ciaspole ai piedi, tavola da snowboard sulle spalle, proprio come era stato descritto il disperso.

Lui, G.G., quarantenne di Acquafredda, è parso addirittura sorpreso: «State cercando me? Non sono sotto la slavina, per fortuna. Ho passato la notte infilato là sotto. Perché non ho avvisato? Come facevo, qui il cellulare non prende». Tutto è bene quel che finisce bene: uno dei volontari l’ha caricato sulla motoslitta e l’ha portato fino alla base operativa mobile, piazzata dal Soccorso Alpino accanto alla sua auto abbandonata nel pomeriggio di venerdì, vicino al Campras, mentre i colleghi terminavano la «bonifica», non si sa mai che là sotto non fosse rimasto qualcun altro.

Nel frattempo era arrivata anche l’eliambulanza, ma lui ha rifiutato il ricovero proposto per accertamenti: stava benone, addirittura aveva con sé altri viveri da star via una giornata. Ha raccontato quello che gli era successo la sera prima poi si è infilato nella sua vecchia Fiat Cinquecento ed è ripartito.
Era stata la moglie, allarmata dal suo mancato rientro, a rivolgersi ai Carabinieri. A notte fonda quelli di Bagolino hanno rintracciato l’automobile e chiamato gli alberghi della zona, ma nessuno l’aveva visto. Così è dovuto intervenire il Soccorso Alpino, i cui uomini col primo chiaro erano già in quota a cercarlo.
Lui, nel pomeriggio di venerdì, dopo aver lasciato l’auto alla base delle piste era salito fin lassù con le ciaspole ai piedi per godersi le discese in neve fresca. Ad un certo punto in mezzo alla nebbia ha perso l’orientamento e di quella slavina nemmeno se n’è accorto. Saggia la decisione di ripararsi e di non disperdere energie col rischio di girovagare a vuoto. Peccato per l’inutile e dispendiosa attivazione della macchina dei soccorsi.
Ubaldo Vallini
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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