Da Kabul a Edolo, un anno fa i primi arrivi: nel Bresciano 108 profughi
Da Kabul a Brescia. Una fuga per la vita. Una data: il 20 agosto 2021. Un anno dopo però le prospettive sono ancora nebulose, le certezze poche. Sono 108, secondo i dati della Prefettura, i profughi afghani transitati nella nostra provincia nel corso dell'ultimo anno. Parte delle migliaia di connazionali che si ritrovarono costretti a fuggire dal loro Paese in fretta e furia, dopo la presa del potere da parte dei talebani. Tra loro molti collaboratori dell'Ambasciata italiana e i loro familiari, scampati all'Afghanistan in fiamme, precipitato dopo il ritiro degli eserciti occidentali in una profonda crisi umanitaria ed economica. Senza contare il pericolo concreto di ritorsioni.
I primi arrivi nella nostra provincia furono proprio ad Edolo, nella Base Logistico-Addestrativa della caserma Bertolotti, dove dopo un viaggio di oltre 48 ore giunsero tre pullman con a bordo di un centinaio di profughi, tra cui una trentina di bambini. Immediata fu la mobilizzazione dei bresciani, che assicurarono tutti i generi di prima necessità e generi di conforto e che avviarono pure una raccolta fondi per favorirne l’integrazione.
Ieri, oggi
Quasi tutti gli afghani arrivati nel Bresciano si trovano ancora sul nostro territorio, fa sapere oggi la Prefettura. La maggior parte di loro però ha lasciato i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per essere presa in carico sul territorio attraverso progetti personalizzati di accoglienza e di inclusione socio-economica.Certo, le criticità restano e alcuni nodi fondamentali restano da sciogliere. «Io spero che non si applichi un principio tutto italiano che è quello delle mode - è la stoccata del sindaco di Edolo Luca Masneri ai microfoni di Teletutto - per cui un anno fa andavano di moda gli afghani, oggi vanno di moda agli ucraini, dopodiché ce li dimentichiamo parcheggiati nei centri di prima assistenza».
Una situazione di emergenza che sta durando più del previsto, insomma. «Il Comune - prosegue Masneri - è sempre stato vicino agli ambienti che gestivano queste persone per supportarle, per dare una mano, per creare quei collegamenti necessari sul territorio affinché si potessero inserire. Non abbiamo avuto alcun tipo di problema sul piano dell'ordine pubblico, né su quello dell’inserimento dei bambini a scuola, grazie alla disponibilità del Medeghini e dell'Istituto Comprensivo, che hanno fatto un ottimo lavoro a settembre dello scorso anno».
Incertezze e attesa
Una trentina di profughi afghani - si tratta principalmente di intere famiglie - per iniziativa della Prefettura ha trovato ospitalità nel Centro di accoglienza straordinaria sempre di Edolo gestito dalla cooperativa Rosa Camuna. Oggi sono in 17 e il loro futuro sembra essere ancora molto incerto: «Sono in attesa del "Sai", il Sistema di accoglienza integrazione - spiega Gessica Brangi della cooperativa -. Ci dovranno comunicare la disponibilità di un alloggio: solo che ci sono importanti difficoltà a reperire sul territorio della provincia alloggi idonei a famiglie così numerose».
Ma forse le incognite incontrate nel Bresciano, per quanto pesino a chi è lontano dalla propria terra, sono accompagnate anche dal sollievo per lo scampato pericolo di un anno fa. E dal conforto di prospettive ben più rosee per i più piccoli: «Io sono molto contento per loro - spiega un papà che ha accanto a sè i propri figlioli, bimbi dagli occhi grandi e dai sorrisi che raccontano di una serenità ritrovata - del fatto che abbiano un bel futuro qui in Italia». Dove confidano di voler restare: «Al cento per certo, è quel che desidero per i miei figli».
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