Valcamonica

Croce di Wojtyla crollata, Procura indaga sulle cause

A Cevo, il giorno dopo, è stato un continuo pellegrinaggio nel luogo in cui è caduta la "Croce" di Wojtyla.
Cevo: i lavori il giorno dopo la tragedia
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A Cevo, il giorno dopo, è stato un continuo pellegrinaggio nel luogo in cui è caduta la "Croce" di Wojtyla e nel luogo in cui ha perso la vita Marco Gusmini di Lovere.

L'area è stata sottoposta a sequestro, i carabinieri evitano che i tantissimi fedeli presenti in Valcamonica si avvicinino troppo al luogo del tragico incidente; sul posto anche i vigili del fuoco, in azione per "coprire" ciò che resta dopo il crollo, in modo tale che i periti della Procura attesi per le indagini la prossima settimana trovino la scena immutata.

Nei prossimi giorni verranno approfondite le cause che hanno portato alla tragica morte di Marco: le indagini dovranno verificare perché il legno (che a prima vista pare deteriorato) abbia ceduto e chi doveva gestire la manutenzione dell'opera. Da ricordare che il "Cristo" è di proprietà dell'Associazione culturale Croce del Papa", che fa capo al comune di Cevo e all'oratorio del paese bresciano.

Quali possono essere state le cause del crollo? Sulle collonne del Giornale di Brescia ne ha parlato oggi Ezio Giuriani, ordinario di Tecnica delle costruzioni alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia.

«Allo stato attuale, basandomi sul materiale fotografico disponibile, posso avanzare solo ipotesi ed esprimere qualche impressione», ha sottolineato. Analizzando proprio le immagini della tragedia, l’attenzione del professor Giuriani è caduta su due aspetti: l’origine della costruzione e il punto in cui si è verificata la frattura. In merito al primo aspetto, il docente ha precisato: «La croce è stata realizzata per essere utilizzata durante un evento ben preciso, è nata quindi per avere una vita limitata nel tempo. Solo dopo presumibilmente è stato deciso di posizionarla all’aperto nel luogo dove si è verificato il crollo. È stata sì sabbiata e verniciata in catramina, per quanto risulta dalle prime notizie disponibili, ma si sa che le strutture in legno poste all’esterno soffrono e vanno incontro al degrado. Per evitare ciò ormai si tende a coprire qualsiasi costruzione in legno destinata a un luogo all’aperto».

Sulla seconda questione Giuriani ha detto: «Dalle immagini scattate dopo la tragedia si evince come la frattura sia avvenuta in corrispondenza di una giuntura della croce. Questi giunti sono fatti generalmente con spinotti metallici o bulloni i quali nelle strutture non protette possono creare condensa all’interno del legno, un processo che in via di principio può accelerare il degrado del legno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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