Continua la cura del bosco: la Valmalga rivive dopo la tempesta
Molto spesso contro la natura poco si può fare: quando la furia dell’acqua, dei temporali e del vento scatena tutta la sua forza, l’unica cosa è aspettare che passi e poi mettersi al lavoro per riparare i danni. Con azioni e risultati molto diversi da caso a caso. A pieno regime. Un esempio d’impegno, iniziato già lo scorso mese di dicembre e ancora in corso, è in Valmalga di Sonico dove - maltempo, neve e freddo permettendo - i lavori per rimuovere le piante abbattute dalla tempesta Vaia e ripristinare strade, sentieri e versanti non sono ancora terminati.
Lunghi mesi di attività destinati a proseguire ancora a lungo, ma che hanno fortunatamente portato a un risultato auspicato da molti: i cinque rifugi dell’area sono tutti raggiungibili sin dall’inizio della stagione. Per i gestori del Premassone, Valmalga, Baitone, Gnutti e Tonolini le difficoltà ci sono e ci sono state, ma gli escursionisti possono raggiungere le loro strutture in quota. Anche in questi giorni, con l’incombere del Pellegrinaggio in Adamello in programma a fine luglio, quando centinaia di persone transiteranno da quei sentieri, le attività sono a pieno regime.
La tempesta Vaia, il 29 ottobre, ha colpito pesantemente la Valmalga: 150 circa gli ettari di bosco abbattuti e oltre cinque chilometri di viabilità montana, tra strade, sentieri e difese idrauliche, distrutti. L’impegno di più soggetti, nonostante la scarsità di risorse, ha permesso all’area di vivere: la strada per arrivare al Premassone, punto di partenza delle escursioni, è aperta da mesi e risulta ancora più sicura grazie alla sistemazione delle piazzuole d’interscambio. E anche proseguendo verso il rifugio Baitone e gli altri il sentiero è agibile.
Certo, servono ancora tanti lavori e risorse per dichiarare l’emergenza chiusa, ma con l’estate nel pieno svolgimento le montagne sonicesi sono tutte percorribili così come in passato. Nei boschi sono ancora al lavoro gli operai del consorzio forestale Alta valle, che continuano con l’esbosco e la messa in sicurezza. Nei giorni scorsi il sindaco Gian Battista Pasquini ha effettuato un sopralluogo con alcuni tecnici sui sentieri e nei rifugi. «Tutti e cinque sono raggiungibili e non hanno perso un solo giorno di lavoro - riferisce -, la loro accoglienza continua con impegno. Tutto ciò è stato possibile per la sinergia tra consorzio forestale, Comunità montana, rifugisti, imprese e Comune».
Molto c’è ancora da fare e attraversare quei sentieri fa un po’ male al cuore, vedendo quelle porzioni di bosco sparite: per tornare alla normalità servirà tempo e denaro.
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