Valcamonica

Ciclo idrico, la Valcamonica torna a chiedere un’Ato camuna

Approvata in Comunità montana una mozione ad hoc che sarà discussa in Regione
La sede della Comunità montana - © www.giornaledibrescia.it
La sede della Comunità montana - © www.giornaledibrescia.it
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Mari in burrasca e clima da tregenda in Valcamonica. Il tema è ricorrente: la gestione dell’acqua. Dopo le lamentele dei nove Comuni che aderiscono al gestore unico, esclusi dai contributi del Bim per interventi sul ciclo idrico, l’altra sera in assemblea della Comunità montana è stata approvata una mozione, che rinnova la richiesta di riconoscimento di un ambito territoriale ottimale solo camuno per la gestione del servizio idrico integrato.

Atto arrivato all’indomani dell’approvazione, in commissione Ambiente in Regione, su presentazione dell’assessore Massimo Sertori, di un emendamento che, in un certo senso «sanerebbe» i dubbi sollevati in Corte costituzionale sulla liceità della costituzione di un sub ambito per la gestione dell’acqua.

La richiesta

La norma, per non creare precedenti, introdurrebbe la possibilità di realizzare solo «un ambito di Vallecamonica», chiudendo così a eventuali nuove proposte di altri territori. L’emendamento, dopo il voto in altre due commissioni, dovrebbe andare in Consiglio regionale a fine mese. Va ricordato che il 20 giugno scorso la Corte costituzionale non si è espressa sul progetto di legge regionale di revisione della normativa sull’Ato al fine di «favorire le trattative fra Stato e Regione». Trattative tuttora in corso e che, con l’emendamento, si spera di sanare definitivamente, mandando in porto la creazione dell’Ato di Vallecamonica.

L’operazione ha però rinfocolato la polemica di alcuni sindaci, firmatari della lettera e assenti in Comunità montana l’altra sera, tra cui Edolo, Darfo e Sonico. «Siamo tutti favorevole all’istituzione dell’Ato camuno - attacca Luca Masneri, primo cittadino edolese -, ma sono contrario nel metodo e nel merito alla mozione, che non tiene conto delle diverse realtà e non ha avuto un confronto sui contenuti. I soldi pubblici vanno amministrati nel migliore dei modi».

Sul tema è intervenuto anche Corrado Tomasi, presidente della Sit, per ricordare che l’Ato di Valcamonica «è dichiarato sostenibile da uno studio della Bocconi, che afferma sarà in grado di fare investimenti con una tariffa alla metà rispetto ad Acque bresciane, studio validato dal Politecnico di Milano su preciso incarico della Regione. Chi dice diversamente dice parole al vento».

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