C’erano una volta i Sanatori di Borno: un corto li racconta la storia di Rina
Catterina Rina Uberti è una delle tante bambine che hanno trascorso l’infanzia nel complesso medico dei Sanatori di Borno. Le strutture, nate a inizio del secolo scorso, servivano per curare i malati di tubercolosi grazie al clima temperato, all’aria salubre e all’ottima posizione. Migliaia le persone che sono passate da Croce di Salven a Borno per guarire da una patologia diffusissima in quegli anni.
Tra loro la signora Rina, originaria di Cologne, classe 1948, protagonista oggi del video realizzato da Michele Bino, studente del biennio Cinema e audiovisivo della Laba di Brescia, che in dieci minuti racconta la storia, breve e nostalgica, di una rinascita tra le montagne dell’altopiano bornese. Il mandato, per i ragazzi, era di realizzare dei film brevi per narrare vite e persone che, nei modi più diversi, descrivono alcuni degli aspetti culturali del Bresciano, in occasione della Capitale della Cultura 2023, perché «parlare di cultura significa anche esplorare persone, luoghi, racconti e memoria, raccontare storie e percorsi di vita».
Per non dimenticare. «Outcast Help» (letteralmente «Aiuto emarginato», riferendosi alla proprietà che ha utilizzato le strutture e poi abbandonate), questo il titolo del lavoro, è stato presentato in anteprima a fine luglio a Cazzago San Martino. È stato visto dal consigliere al turismo del Comune di Borno Federico Rivadossi, che insieme alla Pro loco ha deciso di portarlo nel paese dei Sanatori. La proiezione è in programma domenica in sala congressi alle 21.
«Sarà un momento per conoscere, ma anche per non dimenticare - afferma Rivadossi -, aprendo una finestra sul passato, per vedere da vicino, attraverso il racconto di Rina, i sanatori. Un complesso oggi abbandonato: speriamo che questo lavoro possa essere uno stimolo, che stuzzichi chi può fare qualcosa. Perché un tale degrado non è accettabile». Rina ha scoperto d’essere malata nel 1959, grazie a dei controlli fatti a scuola. È stata costretta a lasciare la famiglia per un anno e mezzo per essere ricoverata a Borno. Una volta guarita, ha costruito la sua vita in campagna e oggi, a 75 anni, gode di ottima salute insieme alla sua famiglia.
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