Valcamonica

«C’era una volta il Tenda»: scatenarsi sull'onda del frisè

Abbiamo rivisto giubbini in renna rimborsati sopra la cintura, capelli «elettrici» con frisè e una pioggia di lustrini
Un momento della serata
Un momento della serata
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Abbiamo rivisto giubbini in renna rimborsati sopra la cintura, capelli «elettrici» con frisè e una pioggia di lustrini, appiccicati sui vestiti delle donne e altre peculiarità classiche di certi bei tempi andati... 
Un evento unico. La serata-disco firmata «C’era una volta il Tenda» ha fatto ancora il pieno, confermando l’impressione tutt’altro che personale che la nostalgia stia diventando quasi un fenomeno di massa, che raccoglie consensi e stimola le presenze.

Centro congressi di Boario Terme pieno ed entusiasmo a mille, quindi, per i «figli delle stelle» che sabato scorso hanno risposto alla chiamata di Massi «Akenaton» Agretti, lo storico (ma mai vecchio) dj del Tenda, che due volte all’anno chiama tutti a raccolta per ballare sull’onda dei ricordi e delle canzoni della mitica discoteca di Boario. E, in due anni, l’esperimento amarcord musicale dedicato agli anni Settanta, Ottanta e Novanta, non ha perso il benchè minimo ... beat.

Gli ingredienti sono sempre gli stessi (funzionano): ingresso al giusto prezzo, un angolo bar dove trionfano aranciate e acqua tonica, solo musica vintage, niente risse alcoliche e nessuna patente sospesa. E un dj che, sul tormentone de «vi ricordate quando mettevamo questa canzone?», ogni volta riesce a trascinare in pista un migliaio di ultraquarantenni cresciuti a pane e Cyndi Lauper

A completare la serata dell’altro sabato ci ha pensato l’istrionico Ivan Cattaneo, che è salito sul palco con vestiti più luccicanti di un juke box facendo saltare la pista sulle note di «Tintarella di luna» e «Sono bugiardo». Testimone chi scrive: a bordo pista c’era un gruppo di ventenni, che guardavano sconcertati i jeans troppo a zampa, le teste troppo calve e le camicie con troppi pois in delirio per «Africa» dei Toto. È la nostalgia, bellezza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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