Centri commerciali e supermercati ammassati in pochi chilometri
In un caso sono reali, ovvero i quatto supermercati - alcuni più piccoli, altri sono dei superstore - di Esine, tutti ammassanti nell’arco di pochi metri, l’ultimo aperto qualche settimana fa. In un altro sono in divenire, con alcuni movimenti preparatori alle porte di Breno, dove potrebbero impiantarsi due nuove strutture di vendita, accanto a una già presente da tempo.
Ad accomunare le due realtà della media Valle sono malumori e polemiche, per le ripercussioni che hanno queste grandi strutture sul commercio locale e di vicinato e, anche, dell’impatto sull’assetto sociale. Se una fetta di cittadini, tutto sommato, pensa più alla convenienza economica della concorrenza tra un supermercato e un altro, i più preoccupati sono i commercianti e i sindacati. Che nelle scorse settimane hanno sottolineato più volte come la Valcamonica è già satura di grosse strutture, con quattro centri commerciali da Pisogne a Ponte di Legno e una ventina di attività di medie dimensioni.
Se gli amministratori comunali sembrano non disdegnare più di tanto la nascita di nuove realtà commerciali nei loro territori, in questi giorni - a fianco dei cittadini scontenti e dei commercianti - è sceso il Meetup di Vallecamonica del Movimento 5 Stelle, che si mobilita per dire «Basta centri commerciali in Valle Camonica». Il 28 aprile a Esine (alle 21 in sala Avis) i rappresentanti del movimento organizzano un'assemblea e contrastare il dilagare della grande distribuzione e del consumo di suolo in zona, un fatto che è «divenuto una vera emergenza nell’ultimo periodo, per la salvaguardia dell’economia dei paesi». L'obiettivo è portare avanti una raccolta firme per fermare il fenomeno.
«Nei nostri comuni - dichiara Sandro Simoncini del Meetup camuno - i negozi tengono in vita la comunità, sono necessari per gli anziani e le fasce deboli e aumentano il livello di sicurezza del territorio, con una funzione sociale. Mi chiedo se in Valle siamo davvero disposti a rinunciare ai vantaggi dei negozi di paese e ad accettare un ulteriore consumo di suolo». Secondo gli attivisti del Meetup, dopo i casi di Esine, Breno e Sonico (dov’è sorto da qualche anno un polo commerciale ancora in espansione) questo problema è divenuta «una vera emergenza».
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