Valcamonica

Casoncelli, strinù e vino sfuso: sì alle sagre, ma con controlli

Discussa in Valle la petizione on line lanciata da Confesercenti per stabilire regole certe
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Casoncelli, «strinù» e vino sfuso. Ma anche più controlli sull’igiene del cibo, sulla sicurezza delle tensostrutture, fino a tracciare gli incassi attraverso l’emissione di scontrino fiscale.

La lunga estate delle sagre e delle feste di paese, porta in tavola il disappunto dei ristoratori accompagnato dalla prima petizione on line promossa da Confesercenti: obiettivo, chiedere regole certe e condivise per disciplinare tutte le sagre e le feste popolari (info e raccolta firme su www.sagreinregola.it). 

 

In Vallecamonica, la questione è caldissima. «Oltre il 13% delle sagre e delle feste presenti sul territorio bresciano sono condensate proprio in Valle - ha spiegato Marcello Plati, responsabile di Confesercenti di Vallecamonica -. Non chiediamo che vengano soppresse queste manifestazioni, ma serve una pianificazione razionale degli eventi e il rispetto delle regole a cui devono sottostare i ristoratori tradizionali».

«Sono dieci anni che si discute di questo problema e, finalmente, ora Regione Lombardia ha ripreso in mano il discorso ed entro sei mesi dovremmo avere un quadro normativo più chiaro - ha aggiunto Alessio Merigo, direttore regionale di Confesercenti Lombardia -. Non siamo per la soppressione ma per la regolamentazione: una delle cose che abbiamo chiesto con forza ai Comuni e agli enti che danno il patrocinio a queste manifestazioni, è che ci sia il coinvolgimento attivo dei ristoratori».

Insomma, l’amletico dubbio estivo «meglio il ristorante o lo stand dell’oratorio?», quest’anno si misurerà a colpi di firme (virtuali) che, in pochi giorni, hanno già superato quota 800. «Come gruppo ristoratori di Vallecamonica, da 14 anni valorizziamo il territorio e i suoi sapori attraverso le settimane della gastronomia camuna - ha spiegato Mino d’Amico, neo presidente del sodalizio -, iniziativa che ha avuto ricadute positive sul tessuto dei piccoli produttori agricoli». 

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