Valcamonica

Carol e Charlotte Angie: due vite, un unico orribile destino

La pornostar 25enne, italo-olandese, era mamma di un bimbo di 6 anni. La sua parabola dal Varesotto al dirupo maledetto di Borno
L'appartamento di Rescaldina in cui sono stati conservati per mesi i resti di Charlotte Angie sequestrato dai Carabinieri - © www.giornaledibrescia.it
L'appartamento di Rescaldina in cui sono stati conservati per mesi i resti di Charlotte Angie sequestrato dai Carabinieri - © www.giornaledibrescia.it
AA

Charlotte Angie e Carol Maltesi. La pornodiva e la ragazza che parla online di violenza sulle donne. L’attrice hard che spopola sui social e la donna, con i crucci per i giudizi degli altri (e delle altre) sulle sue scelte, anche come madre, raccontate in un video in cui pare quasi impacciata ed esitante.

Quasi due identità parallele, una pubblica, una più discreta. Un solo terribile destino, decretato dall’uomo che abitava alla porta accanto, al quale era stata legata.

La corte degli orrori

Il teatro dell’orrore è una piccola corte a due piani nel Comune di Rescaldina, nel Legnanese, terra di Milano. È lì che vivono vittima e carnefice, uno accanto all’altra, nei due appartamenti sulle porte dei quali ora campeggiano i sigilli apposti dai Carabinieri. L'impiegato di banca 43enne milanese con la passione per l'enogastronomia e la 25enne italo-olandese, mamma di un bimbo di 6 anni, separata dall’ex compagno, il solo ad averla cercata via Whatsapp nell’arco degli ultimi due mesi oltre alla madre della vittima. E solo via messaggio.

Dal Varesotto a Milano

La giovane si era trasferita da alcuni anni nel Milanese, ma era cresciuta nel Varesotto, fra Busto Arsizio e Sesto Calende. Nel capoluogo lombardo aveva trovato impiego come commessa. Un’attività alla quale si era presto alternata quella di pornostar amatoriale. «Content producer per adulti» la definizione che di se stessa dava nelle interviste concesse a siti che raccontano di stelle e stelline del variegato panorama dell’hard online.

«Mamma e viaggiatrice»

Aveva fatto dei social il trampolino di lancio verso una certa celebrità nel settore. Si era poi dedicata a livello professionale all’attività di attrice di film porno, salvo poi ritrovare impiego come commessa nel 2016, dopo la nascita del figlio, che a quanto risulta vive con il papà. Sul suo profilo Instagram da Carol si descriveva in tre semplici parole: «Carol, mommy, traveler» a sottolineare la propria passione per i viaggi. La massima sobrietà, una vita custodita gelosamente anche a sguardi indiscreti, tanto che il profilo è, come si dice in ambito social, «privato», cioè riservato ad una cerchia di utenti ammessi.

Così Carol. E forse anche Charlotte Angie, tanto più che negli ultimi mesi pare che la 25enne avesse manifestato l’intenzione di lasciare la ribalta a luci rosse. Caso vuole, tuttavia, che proprio da un’esibizione mancata in un locale pare fossero emersi i primi interrogativi sulle sue sorti.

Sola oltre i social

Una vita condotta su due binari. In una condizione che, al di là del vasto consenso sui social, pare segnato da una grande solitudine, se è vero che dalla fine di gennaio nessuno aveva badato alla sua assenza, né alcuno - parente, familiare, amico – ne aveva denunciato la scomparsa.

A farlo, paradossalmente, è stato proprio il suo omicida, Davide Fontana, che si è recato alla stazione Carabinieri di Rescaldina per sporgere denuncia, accompagnato da un’amica. Ennesimo tentativo di un depistaggio protrattosi per mesi, tra l'affito di lei pagato dall'uomo e gli sms inviati spacciandosi per la 25enne.

Perché proprio Borno

Lui che verosimilmente, era il solo a sapere quale fosse stato il destino di Charlotte e Carol. Uccisa con più colpi alla testa, poi orrendamente fatta a pezzi, in quell’appartamento al primo piano di una corte elegante e insospettabile del Legnanese. Dove i resti sono rimasti per due mesi, riposti nel congelatore dell’abitazione della 25enne. Prima che Fontana, anche lui diviso tra l'impiego in banca e la passione che lo aveva reso food blogger, decidesse di disfarsi del corpo della ragazza: a Borno, là dove pare andasse da bimbo, in quel dirupo, dove l’altra domenica ha gettato il suo corpo. Sfigurandone il volto perché non fosse riconoscibile. Ultimo, orribile affronto, a Charlotte Angie. E ancor prima a Carol.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato