Valcamonica

«Capo di Ponte diventi capitale mondiale dell’arte rupestre»

Parla il professor Emmanuel Anati 40 anni fa li fece iscrivere nel patrimonio Unesco
Una delle magnifiche rocce con le incisioni rupestri di Capo di Ponte
Una delle magnifiche rocce con le incisioni rupestri di Capo di Ponte
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Quattro decenni fa, grazie soprattutto alle conoscenze e alle ricerche del professor Emmanuel Anati, trasferitosi stabilmente a vivere a Capo di Ponte per studiare da vicino i graffiti rupestri, le incisioni camune furono inserite tra i beni dell’umanità tutelati dall’Unesco. Nella lista mondiale, nel 1979, non si trovavano altre ricchezze italiane: i «pitoti» sono stati i primi in tutta la nazione a suscitare interesse e protezione internazionale.

 Anati, oggi impegnato in un progetto di ricerca nel deserto del Negev, non dimentica le sue incisioni. «Penso che ci sia ancora molto da fare per valorizzare Capo di Ponte come capitale mondiale dell’arte rupestre - dichiara - e per tornare a un degno turismo culturale: sarebbe un peccato lasciar perdere». 

Tutti i dettagli sull'edizione del Giornale di Brescia in edicola oggi, venerdì 17 maggio, scaricabile anche in formato digitale.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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