Cadavere ritrovato a Borno, gli inquirenti su una nuova pista
Giallo di Borno, potrebbe arrivare una svolta sulla identità della donna uccisa, fatta a pezzi e ritrovata sette giorni fa a Paline di Borno. I carabinieri della compagnia di Breno, coordinati dal sostituto procuratore Lorena Ghibaudo, stanno verificando una pista nata da una segnalazione arrivata alla redazione del sito BsNews.it il cui direttore, Andrea Tortelli, è stato sentito dai carabinieri.
Le analogie tra gli gli undici tatuaggi trovati sul corpo della donna ancora senza identità e quelli, almeno sette, che porterebbe sul corpo una web influencer lombarda, ma non bresciana, molto nota in rete. Gli investigatori al momento sono chiusi nel più stretto riserbo. Stando a notizie diffuse sul web, ancora in attesa di riscontri, la diva del web mancherebbe da qualche giorno dalle scene.
Il primo identikit
Fin dalle primissime battute dell'indagine gli investigatori avevano cercato di dare un identikit alla persona ritrovata, seppur incompleto proprio per lo stato nel quale il corpo è stato rinvenuto. Si tratta di una donna che si ipotizza, sulla base della struttura ossea, avere tra i 30 e i 50 anni, corporatura minuta, 50-55 kg per un'altezza di circa 1,60 mt.
Insieme al profilo complessivo è stata cura degli inquirenti diffondere altri dettagli, in questo caso più salienti. In primis, come detto, i tatuaggi, tra i quali spicca quello maculato sul gluteo destro che richiama il tatoo simile di Elettra Lamborghini. Gli altri dieci tatuaggi, a detta di tatuatori ed esperti, risultano essere piuttosto comuni. (Chi avesse informazioni, o presumesse di averne, non esiti a contattare i Carabinieri: l'invito, sempre valido, è a contattare lo 0364322800).
Infine, sempre dai carabinieri, è stato diffuso l'altro tratto che caratterizza gli arti della donna: le unghie di mani e piedi sono laccate con cura con uno smalto violetto. Nessun indizio, invece, dal volto della donna, trovato irriconoscibile.
L'autopsia
L'attesa ora è ovviamente per l'esito degli accertamenti autoptici che potrebbero offrire altri elementi utili per comprendere cause e modalità della morte, o meglio sarebbe dire dell'omicidio. Gli inquirenti, che non nascondono il fatto che l'inchiesta sia tutta in salita, non escludono affatto che sia da rintracciare in un territorio ben più esteso di quello provinciale il bandolo della matassa.
Come e dove è avvenuto il ritrovamento
A scoprire i sacchetti neri, di quelli abitualmente utilizzati per la spazzatura, è domenica sera, il 20 marzo, un residente della zona Fausto Fedrighi, 60 anni. Il suo intento è quello di togliere quei sacchi neri gettati nel dirupo che si stende accanto alla strada per Dezzo. Quella che presume essere spazzatura gli riserva un'amara sorpresa: presto trova anomalo il peso di quei resti, poi l'occhio scorge una mano sporca di terra. Lascia tutto e chiama i Carabinieri.
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