Valcamonica

Cadavere rinvenuto a Borno, una settimana e mille incognite

Le speranze di dare un nome alla vittima di omicidio è affidata anzitutto ai tatuaggi individuati
Il recupero del cadavere a Borno - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il recupero del cadavere a Borno - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sette giorni. E una miriade di interrogativi. Quelli che avvolgono il macabro rinvenimento del cadavere smembrato e gettato in un dirupo, avvolto in quattro sacchi neri, a Paline di Borno. Sull'identità di quella donna, gli inquirenti dell'Arma, coordinati dalla Procura, stanno lavorando senza sosta. E purtroppo sin qui senza che alcun appiglio sia venuto da elementi oggettivi. L'auspicio è che a concorrere a far chiarezza su cosa sia accaduto e ancor prima su chi sia la vittima possano essere in particolare i numerosi tatuaggi di cui era ricoperto il corpo della vittima. Ma andiamo con ordine.

Il ritrovamento

A scoprire i sacchetti neri, di quelli abitualmente utilizzati per la spazzatura, è domenica sera un residente della zona Fausto Fedrighi, 60 anni. Il suo intento di liberare da quella che presume spazzatura gettata da qualche passante incivile lungo il dirupo che si stende accanto alla strada per Dezzo gli riserva un'amara sorpresa: presto trova anomalo il peso di quei resti, poi l'occhio scorge una mano sporca di terra. Lascia tutto e chiama i Carabinieri.

Le condizioni del cadavere

Agli investigatori si presenta una scena terribile. Il corpo è stato fatto a pezzi, non meno di una quindicina, come se chi ha voluto sbarazzarsi di quei resti avesse dovuto fare i conti con sacchi di piccole dimensioni, o avesse voluto rendere più facile la dispersione dei resti, forse confidando sul sopraggiungere di animali in cerca di cibo. Ma c'è anche un'altra ipotesi: quella che il corpo - sezionato da mano esperta, a quanto emerge dai primi accertamenti - sia stato scomposto per consentirne la temporanea conservazione, magari in un congelatore.

Forse, è un'ipotesi, in attesa di comprendere se la scomparsa della misteriosa donna potesse suscitare reazioni, o di un momento opportuno per disfarsi di resti compromettenti. Di certo lo stato di conservazione non è dei peggiori: se questa ipotesi fosse fondata, l'omicidio per il quale indagano gli investigatori potrebbe anche essere più risalente rispetto al periodo di giacenza in quel dirupo dei resti, di cui non ci sarebbe stata traccia, in base ad alcune testimonianze, due o tre giorni prima del rinvenimento. 

Le unghie, il volto bruciato

Tra gli elementi che consentono quantomeno di dire che si tratta di un corpo femminile fin dalle primissime battute del recupero dei resti, è il fatto che le unghie delle mani e dei piedi appaiono laccate, con una certa cura per giunta. Lo smalto è di colore violetto. Di contro, a rendere al momento impossibile dare un nome alla vittima di quel brutale depezzamento c'è anche il fatto che le impronte digitali non figurano in alcun database. Non solo: il volto della donna - che si ipotizza sulla base della struttura ossea - avere tra i 30 e i 50 anni, corporatura minuta, 50-55 kg per un'altezza di circa 1,60 mt - è bruciato e pertanto irriconoscibile.

Molti tatuaggi

Gli investigatori confidano che, se le denunce di scomparsa nella zona sono risultate da subito pista morta, un contributo al disvelamento del nome della vittima possa venire dalla quantità di tatuaggi che sono stati individuati sul suo corpo. Tanto che ne hanno anche diffuso le caratteristiche, nella speranza che chi conosceva in vita la donna senza nome - o ancora meglio: chi quei tatuaggi ha eseguiti - possa farsi avanti riconoscendo dettagli particolari: 

  • «step by step» sulla caviglia destra

  • «wanderlust» sulla clavicola destra

  • «elegance is the» sulla schiena lato destra

  • una porzione di disegno sul gomito sinistro

  • «be brave» sul gomito sinistro

  • «fly» sul polso destro

  • una «V» rovesciata sulla coscia destra

  • «VV» rovesciate sulla coscia sinistra

  • «te» sul dorso della mano sinistra

  • tracce di altri tatuaggi sono visibili anche sulle dita della mano destra

  • disegno maculato sul gluteo destro

​Forse solo quest'ultimo, analogo a quello reso celebre da Elettra Lamborghini, presenta elementi di particolarità tali da consentire forse qualche spunto alle indagini. Secondo tatuatori ed esperti, tutti gli altri, sarebbero piuttosto comuni e non indicativi di particolari significati tali da permettere un'identificazione. Chi avesse informazioni, o presumesse di averne, non esiti a contattare i Carabinieri: l'invito è a contattare lo 0364322800.

L'autopsia

L'attesa ora è ovviamente, salvo che non sopraggiungano colpi di scena, per l'esito degli accertamenti autoptici che potrebbero offrire elementi utili per comprendere cause e modalità della morte - o meglio sarebbe dire dell'omicidio - e forse qualche spunto per circoscrivere la ricerca dell'identità. Gli inquirenti, che non nascondono il fatto che l'inchiesta sia tutta in salita, non escludono affatto che sia da rintracciare in un territorio ben più esteso di quello provinciale il bandolo della matassa.

Veicoli in transito

L'inchiesta potrebbe trovare qualche conforto anche nelle immagini eventualmente catturate da telecamere della videosorveglianza o del rilevamento targhe presenti lungo molte strade bresciane, camune incluse: se si riuscisse a delimitare l'arco temporale in cui quei poveri resti sono stati gettati nel burrone, si potrebbe forse individuare anche un numero ridotto di veicoli transitati nella strada che porta a Dezzo, nella Bergamasca. Ma anche in questo caso, il corollario di se pesa come un macigno sull'attività degli inquirenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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