Cadavere a pezzi, la vittima è Charlotte Angie: uccisa a gennaio
La svolta è arrivata nella notte, con il fermo e poi la confessione del 43enne milanese vicino di casa e amico della giovane donna il cui corpo fatto a pezzi è stato ritrovato nel dirupo di Paline di Borno.
La 25enne, di casa nel Varesotto, si chiama Carol Maltesi. La sua identità è stata confermata dopo che la pista giusta era stata imboccata dagli inquirenti nelle scorse ore, anche alla luce di una segnalazione giunta da chi aveva notato l'assenza della giovane dai social, su cui era attivissima nelle vesti di attrice hard (con il nome di Charlotte Angie).
È durato così una settimana il giallo che alle prime pareva essere un rompicapo senza soluzione, ma che ha portato ora al fermo dell'uomo, un milanese vicino di casa e amico della vittima, eseguito dai carabinieri dopo l'interrogatorio e all'ammissione del delitto da parte dell'uomo, ora chiamato a rispondere di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.
Il ritrovamento
A scoprire i sacchetti neri, di quelli abitualmente utilizzati per la spazzatura, è domenica sera un residente della zona Fausto Fedrighi, 60 anni. Il suo intento di liberare da quella che presume spazzatura gettata da qualche passante incivile lungo il dirupo che si stende accanto alla strada per Dezzo gli riserva un'amara sorpresa: presto trova anomalo il peso di quei resti, poi l'occhio scorge una mano sporca di terra. Lascia tutto e chiama i Carabinieri.Le condizioni del cadavere
Il corpo è stato fatto a pezzi, non meno di una quindicina: la ragione alla luce di quanto è emerso, pare da ricercare nel fatto che l'omicida solo sezionando il cadavere ha potuto occultarlo in un congelatore. Che il cadavere fosse stato conservato era ipotesi investigativa delle prime ore e ha trovato conferma nelle parole del reo confesso.
Con ogni probabilità l'obiettivo era quello di guadagnare tempo e capire se la scomparsa della 25enne potesse suscitare reazioni, in attesa di un momento opportuno per disfarsi di resti compromettenti.
Le unghie, il volto bruciato
Tra gli elementi su cui si erano concentrati da subito gli inquirenti per dire che si trattava di un corpo femminile, è stato il fatto che le unghie delle mani e dei piedi apparivano laccate, con una certa cura per giunta. Con smalto è di colore violetto. Di contro, a rendere da principio impossibile dare un nome alla vittima del brutale depezzamento è stato il fatto che le impronte digitali non figuravano in alcun database e che il volto della donna era bruciato e pertanto irriconoscibile.
Molti tatuaggi
A imprimere un'accelerazione alle ricerche sono stati i tatuaggi. La coincidenza tra quelli che esibiva in rete e sui social Charlotte Angie e quelli rinvenuti sul corpo fatto a pezzi sono state notate dagli investigatori, che hanno trovato riscontri della presenza dell'auto della giovane a Borno domenica e del suo omicida nelle stesse ore sempre in Valcamonica.
Il puzzle è andato così componendosi, suffragato da una segnalazione che pare essere stata ulteriore conferma alla pista degli inquirenti. Non a caso la Procura aveva diffuso le caratteristiche dei tatuaggi che sono stati individuati sul cadavere, nella speranza che chi conosceva in vita la donna - o ancora meglio: chi quei tatuaggi ha eseguiti - potesse farsi avanti riconoscendo dettagli particolari: «step by step» sulla caviglia destra, «wanderlust» sulla clavicola destra, «elegance is the» sulla schiena lato destra, una porzione di disegno sul gomito sinistro, «be brave» sul gomito sinistro, «fly» sul polso destro, una «V» rovesciata sulla coscia destra, «VV» rovesciate sulla coscia sinistra, «te» sul dorso della mano sinistra, tracce di altri tatuaggi sono visibili anche sulle dita della mano destra, disegno maculato sul gluteo destro.
Proprio quest'ultimo, analogo a quello reso celebre da Elettra Lamborghini, è apparso significativo per consentire l'identificazione da parte, c'è da credere, di fan della attrice che aveva un vasto seguito sui siti e sui social a luci rosse.
Veicoli in transito
Infine nelle scorso ore la svolta: nella notte l'interrogatorio del 43enne che ha fornito dettagli contradditori rispetto al quadro dell'inchiesta. Messo alle strette, alle 4.30 ha confessato finenendo in cella.
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