Bancarotta da tre milioni di euro con l'export della plastica
Grosse quantità di granuli per materie plastiche comprate per poi simularne la vendita. La connivenza di due ditte di spedizioni camune e delle imprese che sulla carta sarebbero compratori ma che di fatto non pagavano la merce ricevuta. Un complesso meccanismo per svuotare le casse delle società e lasciare senza denaro i creditori.
Sono questi gli ingredienti della maxi truffa portata alla luce dalla Guardia di Finanza di Brescia con l'operazione Plastic Bag. Otto le persone indagate di cui 6 quelle poi denunciate.
Nella nota diffusa dalla Finanza si legge come «nello specifico, gli amministratori della società fallita, mediante la connivenza anche dei responsabili di due società di spedizioni della Valle Camonica, una delle quali successivamente dichiarata fallita, hanno prima acquistato ingenti quantitativi di granuli per materie plastiche per poi simularne la vendita. In particolare, tra i “clienti/destinatari finali” sono risultate una società con sede in Repubblica Ceca (rappresentata da un soggetto svedese) e una (rappresentata da un soggetto bresciano) con sede in Inghilterra le quali, dopo aver ricevuto la merce, non corrispondevano alcun pagamento per l’acquisto. In sintesi, tutto il materiale plastico ottenuto dai fornitori è stato ceduto “in nero” a destinatari sconosciuti».
L’intera indagine ha permesso alle Fiamme Gialle di ricostruire distrazioni patrimoniali per circa 3,5 milioni di euro.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato