Valcamonica

Alla fontana possono bere solo i residenti

A Breno e Cedegolo partito il servizio che permette di dissetarsi solo se «riconoscibili» con la tessera sanitaria
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Da bambini tutti ci siamo arrampicati su una fontana per bere un po’ di quell’acqua freschissima che sgorgava a ogni ora del giorno e della notte. Nell’ultimo decennio, purtroppo, i Comuni hanno chiuso i rubinetti di molti abbeveratoi pubblici: l’acqua è diventata un bene prezioso, da tutelare e, in alcuni casi, razionalizzare. Le fontane, spesso dei veri e propri monumenti artistici, sono così in gran parte sparite o, al massimo, dalle loro bocche non è più sgorgata una sola goccia d’acqua.

In Valcamonica è la Società dei servizi ad aver pensato a un progetto per dotare alcune località di «casette dell’acqua». Ma c’è una bella differenza: oggi l’oro blu non sgorga in maniera spontanea, bensì va inserita la tessera sanitaria, in modo che il Municipio abbia sempre il controllo di chi preleva, quanto e come. Spetta a ogni singola Amministrazione stabilire le regole: orari, quantità, persone autorizzate.

Finora i quattro Comuni della Valle che hanno aderito al piano (Breno, Cedegolo, Edolo e Piancogno) hanno deciso di concedere... un drink solo ai residenti: se un turista o uno studente di un altro paese inserisce la sua Carta regionale il rubinetto resta chiuso.

Un fatto che ha stupito e contrariato diverse persone, pensando ai tanti visitatori che passano dalla Valle in estate o agli studenti che frequentano la scuola in un altro paese. 

Le «casette dell’acqua», a oggi, sono state installate nei quattro paesi ma attivate solo a Breno, il giorno prima di Natale, e a Cedegolo; a Edolo partirà tra fine gennaio e metà febbraio mentre a Piancogno in primavera.

È proprio a Breno, il primo ad avviare il servizio, che si sono registrate le lamentele: la moderna fontana è situata nei pressi del municipio, nella piazza dove ogni giorno stazionano centinaia di studenti in attesa dei pullman per tornare a casa da scuola. «L’acqua è del nostro acquedotto purificata, sterilizzata, refrigerata e carbonizzata - spiega il sindaco Sandro Farisoglio - anche grazie a filtri che evitano il passaggio dei principali batteri e a un’attrezzatura per il trattamento dei raggi Uv per abbattere la carica microbica. In più mettiamo le bombole di anidride carbonica per la frizzante: tutto questo ha un costo e spero che i cittadini sappiano sfruttare al meglio questo servizio».

Quindi, tutti a bere alla fontana moderna, ma solo muniti di tessera sanitaria per essere identificati.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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