Valcamonica

Ai cercatori d'oro nel fiume Oglio restano solo le pagliuzze

Lezione a bordo fiume di Rinaldo Molaschi, cercatore d'oro due volte campione del mondo
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Canalini, secchi, setaccio, altrimenti detto batea, passione e tanta buona volontà. Il fiume Oglio alleva nuovi cercatori d’oro, guidati dal due volte campione del mondo Rinaldo Molaschi. Nonostante il fiume non sia più ricco del metallo prezioso, vi è ancora una zona, vicino al ponte di Montecchio, dov’è possibile trovare tanta magnetite, un po’ di granato e anche qualche minuscola pagliuzza d’oro.

Ed è proprio a Darfo che il signor Molaschi vuole trasmettere la sua passione a giovani apprendisti, educandoli da un punto di vista tecnico e condividendo con loro la sua ricca esperienza. I più incuriositi domenica sono stati i piccoli studenti di una scuola elementare, che hanno assistito a una mini lezione direttamente a bordo fiume. Il consiglio del campione è stato dunque d’obbligo: «Prima di tutto studiate e non fate come me, che scappavo sempre per infilarmi gli stivali. Ci vuole una bella manualità, gli strumenti giusti e tanta fortuna».

Anche l’Associazione di giovani cercatori d’oro della Valcamonica, non appena ha saputo della presenza del campione, ha indossato stivaloni di gomma e imbracciato la batea per setacciare il fiume. Attenzione, però: «Non pensiate che si diventi ricchi - avverte Moleschi -, è più che altro una questione di collezionismo e soddisfazione personale». Anche se, ammette, «in fondo al cuore si ha sempre la speranza del colpo di fortuna». 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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