Valcamonica

Addio alla Casa del turista: ciò che resta è polvere e polemiche

Abbattuta la Casa del turista di Ponte di Legno. La scelta di abbattere la storica struttura ha sollevato qualche polemica
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Polvere e detriti sono ciò che rimane della Casa del Turista di Pontedilegno, meglio nota come l’Azienda di soggiorno e turismo. La demolizione del vecchio edificio, abbandonato ormai da oltre sei anni, è avvenuta a inizio settimana alla presenza di un capannello di nostalgici.

Per anni punto di riferimento per i turisti e non solo, la struttura ha ospitato l’ufficio informazioni, il punto di chiamata per il Soccorso alpino, quando ancora non esistevano i telefoni cellulari e la sede dello storico Sci Club Ponte di Legno.

Nelle ultime settimane non poche polemiche aveva suscitato la notizia dell’imminente demolizione, accompagnata dal malcontento relativo all’abbattimento del ponte di legno pedonale adiacente. Mentre per il ponte ci sono stati accordi stipulati tra il Comune e la Sovrintendenza delle Belle Arti di Brescia, per quel che riguarda l’edificio dell’Azienda, è stata una scelta del municipio quella di abbatterlo.

Inaugurata nel 1956, la struttura infatti non rientrava nella catalogazione di edificio storico e pertanto non era soggetta a giudizio della Sovrintendenza. «Ancora una volta c’è stato un errore di metodo da parte dell’Amministrazione comunale - rimarca il consigliere di minoranza Mario Rizzi, presente alla demolizione -. Nessuno è stato avvisato e messo al corrente di questo progetto, se non dopo la convocazione del Consiglio comunale da noi richiesta. L’edificio, all’ingresso del centro storico dalignese, poteva essere ristrutturato e trovare così nuova vita anziché essere abbattuto. Il prossimo - conclude Rizzi - sarà l’edificio del Comune che, una volta raso al suolo e ricostruito, ospiterà un centro termale».

Il costo per la demolizione della Casa del Turista, la realizzazione della terrazza panoramica che ne prenderà il posto e per la riqualificazione urbana dell’intera zona si aggira intorno ai 633mila euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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