Adamello, la poca neve e il caldo mettono a rischio il ghiacciaio
A guardarlo oggi, ancora così imbiancato a fine aprile, non si direbbe che quello appena passato è stato in assoluto uno degli anni più caldi e degli inverni con meno neve per il Presena. L’ultima nevicata dello scorso fine settimana ha portato un nuovo strato da circa quindici centimetri di neve fresca, dopo quella già caduta alcune settimane fa.
Manto che permetterà di tenere aperti gli impianti in ghiacciaio sino a metà maggio, con un’ottima sciabilità, così come già previsto. Ma questo strato candido non deve però trarre in inganno: l’inverno 2021-2022 è stato tra i più avari di neve degli ultimi decenni e l’anno 2021 il quinto più caldo della serie storica, mentre gli ultimi sette anni sono stati in assoluto i più caldi di sempre (a dirlo sono i rilievi del servizio di monitoraggio satellitare europeo Copernicus).
Un inverno tiepido e senza neve, che preannuncia purtroppo un’estate terribile per il ghiacciaio del gruppo dell’Adamello.
Già oggi, da alcuni sopralluoghi effettuati e da rilievi fotografici e video, è stato possibile osservare che la copertura nevosa, a causa delle scarse precipitazioni dei mesi scorsi, è già ora almeno la metà rispetto al passato.
La consapevolezza è però che le coperture, anche se installate prima e più a lungo, sono rimedi parziali, che aiutano a preservare solo uno strato di ghiacciaio funzionale alle piste da sci, non all’ecosistema in quota. Il ghiacciaio in Adamello negli ultimi 30 anni ha perso quattro chilometri quadrati di superficie e in 15 anni uno spessore di oltre 60 metri. Oltre 20, invece, i metri di spessore preservati in Presena grazie ai teli.
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