Valcamonica

Adamello, il Trofeo Ravasio per «numeri Uno»

Sabato e domenica la storica corsa tra rifugi e passi: trenta le coppie in gara e trenta in solitaria.
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Nel cuore, il ricordo di Paolo Ravasio. Negli occhi, le asperità dell’«Uno dell’Adamello». Nella testa i numeri dell’impresa: 55 chilometri sul tetto delle montagne bresciane, 4.300 metri di dislivello in salita e 3.900 in discesa toccando tutti i rifugi e i passi adamellini.
Si tratta di ultra-maratona in piena regola, da percorrere in undici ore, se si ambisce a scolpire il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione.

Sabato 7, e domenica 8 luglio sono i giorni del «Trofeo Ravasio», la mitica gara giunta alla nona edizione che porterà i runner senza paura da Bazena fino al rifugio Garibaldi lungo l’Alta Via dell’Adamello. Al Cai di Brescia, organizzatore dell’evento, è tutto pronto: 90 partecipanti totali con trenta coppie iscritte alla gara a staffetta e trenta che tenteranno l’impresa in solitaria.

Sulla cartina sono già piantate le bandierine della fatica: Tita Secchi, Maria e Franco, Lissone, Prudenzini, Gnutti, Tonolini e Garibali sono i rifugi da toccare. Blumone, Bocchetta Brescia, Passo di Campo, Ignaga, Poia, Miller, Premassone e Lunedì sono invece i passi da digerire.

La gara singola e a coppie partirà sabato mattina alle cinque dal rifugio Bazena: chi non timbra il passaggio al Prudenzini alle 14 (nove ore dopo la partenza) e al Tonolini alle 17.30, è fuori dai giochi. Il punto più basso in quota è Bazena (1.804 metri). Il cielo si raggiunge invece al Premassone (2.923 metri). Rigide le indicazioni sull’equipaggiamento degli atleti e sulle norme di sicurezza. È invece più abbordabile la gara per coppie, da completare in due giorni, la quale comprende il pernottamento al Prudenzini.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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