Valcamonica

Accoglienza profughi, l'esempio virtuoso oltre le polemiche

Premiato nel 2012 dalla Regione Lombardia, il sistema di accoglienza di Malegno è raccontato in un libro
PROFUGHI, L'ESEMPIO DI MALEGNO
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«Tutta la questione sta diventando troppo ideologizzata e si perde la bussola: io penso che la ricetta giusta sia un modello di microaccoglienza diffusa, come abbiamo fatto e stiamo facendo noi». 

Paolo Erba è il giovane sindaco di un piccolo paese della Valcamonica, Malegno, che, quando cominciò l’ondata di arrivi di profughi e rifugiati, ideò un sistema di accoglienza per il quale nel 2012 venne inserito nell’elenco dei «comuni virtuosi». Non solo. Quello stesso anno, Roberto Formigoni, predecessore di Roberto Maroni nella carica di governatore lombardo, premiò il comune con la Rosa Camuna per la pace e proprio per quei progetti.

«Non ero ancora io il sindaco - ci tiene a precisare Erba, primo cittadino da un anno -, ma la Lista Civica era la stessa, diciamo un centrosinistra, anche se io non sono iscritto ad alcun partito». L’esperienza del piccolo paese bresciano (poco più di 2000 abitanti) è finita anche in un libro «La valle accogliente» che sarà presentato a fine settimana. La ricetta è semplice, dice il sindaco: microaccoglienza, attraverso una collaborazione tra il comune, i privati che mettono a disposizione case sfitte e cooperative. Nel periodo di permanenza agli immigrati viene insegnato l’italiano, affidata qualche mansione e chi decide di restare, la possibilità di un lavoro. «Ma tanto si sa che la maggior parte di quelli che arrivano in Italia», aggiunge, non intendono fermarsi.

Il modello venne sperimentato la prima volta nel 2011 quando alcuni pullman scaricano in alberghi della Valcamonica un centinaio di profughi in ciabatte e pantaloncini. «Il mio predecessore capì che lì sarebbero stato abbandonati chissà per quanto e decise di chiamare a raccolta gli altri sindaci del territorio proponendo di creare una rete attraverso una cooperativa - racconta il sindaco - La prima cosa fu trovare indumenti caldi visto che si andava verso l’inverno, poi ci dividemmo i profughi in base alle possibilità del comune e al numero dei suoi abitanti». 

A Malegno in questi anni ne sono passati diverse decine. Si fermano per un po’, poi appena possono vanno via. «Il popolo camuno è un popolo che da sempre mette l’ospitalità al primo posto, è generoso - dice ancora il sindaco - mi meraviglia quello che sostiene Maroni (dichiarazioni su cui è intervenuta anche la DIocesi di Brescia, ndr), ma voglio pensare che sia dettato anche dal clima elettorale». L’ultimo tweet del sindaco, poche settimane fa, dice: «L’accoglienza diffusa è il modo più economico per fare accoglienza».  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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