Valcamonica

A Lozio un b&b che ha radici nel dopoguerra

A Lozio ricordi e tradizioni di famiglia rivivono nella moderna struttura di b&b aperta dalla famiglia Bolis
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LOZIOQuando sono nati gli agriturismo? E i bed&breakfast? Sicuramente qualcuno ne avrà scritto e avrà steso ricerche. Quel che è certo è che in Valcamonica già prima della guerra qualcuno si «dilettava» a ospitare i villeggianti, e anche qualche lavoratore, nella propria casa. Per avere due soldi in più, utili a tirar su i tanti figli che all'epoca ingrossavano le famiglie.

Le cose, però, non andavano come oggi: all'arrivo dei primi ospiti ci si trasferiva tutti nel fienile o in solaio o nei pressi delle stalle, lasciando ai turisti le stanze migliori, dove si viveva durante il resto dell'anno: le camere dei bambini diventavano così le stanze «d'albergo» dei forestieri e la saletta, per chi l'aveva, si trasformava nella sala da pranzo. Ai fornelli, naturalmente, c'era la mamma, già abituata a spadellare per nuclei numerosi. Succedeva così in tante località valligiane, ma soprattutto tra Boario e Darfo, dove si andava «a bere le acque» e a fare le cure termali. Il centro della bassa Valle era conosciuto e rinomato in tutto il nord Italia e la salubrità delle sue sorgenti lo rendevano un centro appetibile per tutti, benestanti e non. E poi la ferrovia che saliva da Brescia era un modo facile per raggiungere la zona e a quei tempi c'era pure la linea che arrivava dalla Bergamasca.

A Corna di Darfo una delle residenze che andava per la maggiore nel dopoguerra era la casa della signora Orsolina, che da Ossimo era scesa a fondovalle per maritarsi con Pietro Bolis. Dieci figli avevano avuto, anche se solo sei erano scampati, e per tirarli su bisognava ingegnarsi. Per questo Orsolina apriva la sua abitazione ai turisti delle terme, che dalla primavera all'autunno affollavano Boario. Per far questo, insieme ai figli si ritirava in qualche angolo, lasciando tutto agli ospiti. Ma non solo: la signora Orsolina era talmente brava che era riuscita ad agganciare anche gli operai che durante la guerra si occupavano della costruzione di strade e manufatti e quindi ospitava a Corna avventori per tutto l'anno.

La prima moglie di Pietro aveva un albergo nella zona dove oggi c'è la pasticceria Pescali e da lì erano stati recuperati mobili e vettovaglie utili per la nuova attività.
Orsolina si destreggiava benissimo tra i fornelli e anche per questo era molto apprezzata. I prodotti usati per cucinare erano coltivati e allevati direttamente dalla famiglia: c'erano galline e maiali e, dietro casa, un grande orto. Anche se non era obbligatorio, come accade oggi, avere l'abilitazione per esercitare l'attività agrituristica e non si doveva esporre l'insegna con i loghi, la famiglia Bolis gestiva in maniera semplice un antenato dei moderni agriturismo.

I ricordi più frequenti dei figli di Orsolina sono legati alle amicizie strette in quegli anni, alcune delle quali durano ancora oggi. Da Cremona, soprattutto, ma anche da Milano e Mantova: i villeggianti arrivavano da tutta la Lombardia per trascorrere le ferie in Valle e qui stringevano legami affettivi e, a volte, anche sentimentali. Orsolina ha aperto il suo «b&b» negli anni Quaranta e così ha fatto fin verso il Settanta. Poi i figli sono cresciuti e sono arrivati i primi nipotini. Ed ora, a Lozio, proprio un nipote, Pietro Bolis, raccogliendo la cultura dell'ospitalità della nonna, farà rivivere l'antico b&b.
Giuliana Mossoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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