Valcamonica

A Cerveno, una massa enorme di detriti sta scivolando a valle

Il movimento franoso lungo il Blé accelera. Il sindaco vieta attività sulle due sponde: «La popolazione sia consapevole»
L’ultima esondazione ha scaricato 50mila metri cubi di materiale - © www.giornaledibrescia.it
L’ultima esondazione ha scaricato 50mila metri cubi di materiale - © www.giornaledibrescia.it
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Quanto sta accadendo tra Cerveno e Ono San Pietro ricorda un po’ la situazione in cui si è trovato il Sebino pochi mesi fa, con una montagna che sta lentamente scivolando a valle. Uno studio avviato dalla Regione con il Politecnico, propedeutico alla posa di un sistema di allerta per gli eventi di colata lungo l’asta del torrente Blé ha rilevato un’accelerazione del movimento franoso tra i sei e i dieci centimetri annui.

La massa che si sta spostando è enorme, tra i 400mila e un milione e mezzo di metri cubi. L’ultimo evento alluvionale, dopo quello pesantissimo di due anni fa esatti che ha portato al riconoscimento dello stato di emergenza per i due territori, risale alla serata del 16 agosto (in concomitanza con quello di Monno). Si sono scaricati circa 50mila metri cubi di materiale a monte della nuova briglia, costruita a protezione del guado della ciclabile alta, con esondazione sulla destra nelle sottostanti aree agricole, dove sono presenti numerosi fabbricati. In seguito alla concessione dello stato di emergenza lo scorso anno, che è valso un assegno di quattro milioni per mettere in sicurezza l’area, sono stati avviati i primi lavori, con i cantieri che si protrarranno a lungo.

È in corso anche lo svasamento del letto del Blé e l’innalzamento degli argini a protezione delle aree interessate dall’esondazione del 16 agosto. Nel frattempo, per evitare nuove situazioni di pericolo in caso di forti piogge, il sindaco di Cerveno Marzia Romano ha emesso un’ordinanza per garantire l’incolumità delle persone e limitare la permanenza sia nelle aree interessate dall’esondazione sia in quelle a maggior rischio idrogeologico per una fascia di 350 metri dal Blé in sponda destra e sinistra. In questi appezzamenti devono essere interrotte tutte le attività non strettamente legate all’accudimento di animali, alla lavorazione dei terreni o alle attività aziendali, ponendo al sicuro animali e macchinari.

La Protezione civile ha attivato il monitoraggio dell’area e resta in stato di allerta. «Non vogliamo diffondere panico - dice il primo cittadino - ma è giusto che la popolazione sia consapevole. La situazione di instabilità e rischio è evidente e non va taciuta».

 

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