Venti posti in più a Medicina: il Consiglio boccia la proposta
L’allarme è stato lanciato più e più volte negli ultimi mesi: in Italia mancano i medici. Tanto che per far fronte all’emergenza Covid anche a Brescia abbiamo accettato l’aiuto di camici bianchi provenienti dall’estero e abbiamo chiesto a chi era andato in pensione di rientrare in servizio.
È da qui che prende le mosse la proposta di aumentare in Statale i posti a Medicina, passando per l’anno venturo da 230 a 250 matricole. Senonché l’ipotesi di accogliere venti studenti in più non ha ottenuto il via libera dal Consiglio del corso di laurea: tra contrari e astenuti, circa i due terzi dei componenti non hanno votato a favore della proposta avanzata dal presidente Alfredo Berruti. Il «no» nel bel mezzo di una pandemia può apparire paradossale, ma è sorretto da alcune argomentazioni. Tra i punti critici che sono stati evidenziati nel corso della discussione spicca la carenza di aule, docenti e di posti per i tirocini in ospedale.
Quest’anno accademico, lo ricordiamo, a Brescia hanno potuto accedere a Medicina 223 studenti comunitari e 7 non comunitari. Se fosse passata la proposta l’anno prossimo al corso di laurea avrebbero potuto accedere 240 comunitari e 10 non comunitari. Ma il Consiglio, come detto, si è spaccato e non è stata raggiunta la maggioranza necessaria per l’allargamento del numero delle matricole. Questo nonostante non sia un mistero che l’ateneo abbia politiche di espansione nella zona nord della città e che il Cda stia analizzando due proposte di acquisto di immobili. Ma tra votazioni, bandi e quant’altro prevede l’iter burocratico c’è da attendersi che i tempi andranno per le lunghe.
«Il progressivo aumento degli accessi al corso di Medicina - interviene Diego Vollaro di Studenti Per, gruppo che si è astenuto durante la votazione - è sempre stato per noi un obiettivo fondamentale. Soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria, ragionare sotto questo punto di vista è davvero cruciale e fondamentale. Purtroppo però, per poter garantire un aumento degli ingressi è necessario procedere a brevissimo termine a un concreto ampliamento degli spazi e all’incremento delle convenzioni con le strutture ospedaliere, di modo da poter garantire l’erogazione di una didattica di qualità e, soprattutto, l’acquisizione di una esperienza sul campo».
Ma c’è di più: «A tutto questo - aggiunge Vollaro - si ricollega anche l’annoso e forse più grave problema di carenza delle borse di specializzazione di area medica, che a livello sia locale sia nazionale continuiamo a evidenziare, come accaduto già durante il luglio 2019, quando su nostra proposta il senato accademico ha approvato una mozione di aumento delle borse di specializzazione da indirizzare agli organi nazionali competenti. Durante il 2020 il Governo ha previsto un incremento considerevole delle borse, ma comunque gli studenti bloccati dall’imbuto formativo restano oltre 9mila e non risulta garantito che questo aumento permanga al termine della pandemia».
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