UniCatt, Santini: «A Scienze politiche focus su relazioni e sociale»

Tredici anni di vita, ma più di cento alle spalle se si guarda alla storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La facoltà di Scienze politiche e sociali, con sedi a Brescia e a Milano, è nata nel 2012, dall’unione delle facoltà di Scienze politiche e Sociologia.
Le sue radici, però, risalgono alla fondazione dell’università, quando, nel 1921, nacque il corso in Scienze sociali, da cui in momenti diversi hanno preso corpo le facoltà di Scienze politiche e Sociologia, ora unite in un’unica facoltà di cui da novembre 2024 è preside Andrea Santini, professore ordinario di Diritto dell’Unione europea.
Preside, quali sono le caratteristiche dell’offerta formativa di Scienze politiche nella sede di Brescia, sede che quest’anno celebra i suoi sessant’anni?
Per quanto riguarda la nostra facoltà, a Brescia abbiamo due filiere, una connessa alle relazioni internazionali, l’altra al servizio sociale: comune a entrambe è la multidisciplinarietà.
Nella prima filiera abbiamo il corso triennale in Scienze politiche e delle relazioni internazionali, arrivato a dieci anni di vita a Brescia. Sua potenziale prosecuzione è la magistrale in Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni, che ha un curriculum in gestione delle organizzazioni nei sistemi globali.

Caratteristica è l’attenzione alle relazioni internazionali e al ruolo delle imprese, un tema declinato anche rispetto alle peculiarità del tessuto economico bresciano.
L’altra filiera di Scienze politiche a Brescia è quella del servizio sociale, con una laurea triennale in Scienze del servizio sociale e una magistrale in Lavoro sociale e coordinamento di servizi per immigrazione, povertà e non autosufficienza.
Quali sono gli sbocchi professionali?
La prima filiera ha sbocchi estremamente vari, in conseguenza della preparazione multidisciplinare: i laureati hanno una flessibilità che gli consente di rispondere alle diverse richieste del mondo del lavoro, in costante cambiamento.
Su Brescia poi, come detto, decliniamo specificamente il tema dell’internazionalizzazione con riferimento anche all’attività d’impresa: se un tempo scienze politiche preparava a una carriera pubblica, ora – pur restando lo sbocco nelle istituzioni – la maggior parte dei nostri laureati va a lavorare nel privato.
Per quanto riguarda la secondo filiera, il percorso forma alla professione dell’assistente sociale e sia la laurea triennale che la magistrale consentono di accedere ai rispettivi esami di Stato.
I corsi della facoltà offrono altre opportunità in aggiunta alla didattica in aula?
Nell’ambito di scienze politiche valorizziamo la possibilità di entrare in contatto con le organizzazioni internazionali attraverso viaggi o visite di studio. Per il servizio sociale, che ha corsi immediatamente professionalizzanti, caratteristiche fondanti sono gli stage e i tirocini.
Tutti i nostri corsi hanno un comitato tecnico che si confronta con rappresentanti degli ambienti economici: ciò ci permette di mettere alla prova la nostra offerta formativa e ideare iniziative particolarmente professionalizzanti nei piani di studio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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