Università

L'Università Statale verso i 16mila studenti, grazie a ricerca, nuovi corsi e nuovi spazi

La cerimonia con la lectio magistralis di Paolo Gentiloni sulla «cittadinanza europea». Il rettore Castelli: «Ricerca fiore all'occhiello»
Inaugurazione anno accademico Unibs
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Un ateneo lanciato a tutta velocità verso i 16mila studenti. Un ateneo in salute pur in un contesto nazionale non semplice. Un ateneo che nel 2024 crescerà ulteriormente anche grazie ai cantieri che saranno conclusi.

Il quadro che dipinge il rettore Francesco Castelli all’inaugurazione dell’anno accademico ha tinte brillanti, le stesse con cui è stato scritto il Piano strategico da poco licenziato.

  • L'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università degli Studi di Brescia
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Le eccellenze della Statale

In una cerimonia in cui è intervenuto anche il commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni, il magnifico mette in risalto le eccellenze della Statale: «La ricerca è il fiore all’occhiello», come confermano le principali classifiche internazionali, a partire dalla Times Higher Education: nell’area di medicina «ci posizioniamo al quinto posto assoluto e al secondo tra le Università pubbliche per quanto riguarda l’ambito citazionale e la qualità della ricerca».

L’UniBs cresce però anche con alcune opere significative: nel 2024 saranno ultimati la residenza nata nell’ex albergo Ca’ Nöa (che ha già portato a 500 il patrimonio di posti letto destinati in larga misura al diritto allo studio), la piastra sportiva del Campus nord, l’edificio di Porta Pile che accoglierà le attività di studio e ricerca di docenti e studenti.

Sul fronte dell’offerta formativa l’ateneo si allarga sempre più anche oltre i confini bresciani, estendendosi in tutta la Lombardia Orientale: «In questo anno accademico - annuncia il rettore - saranno attivate le lauree triennali in Ortottica, in Ingegneria Fisica e Matematica e la Laurea Magistrale in Governo della Pubblica Amministrazione ad arricchire ulteriormente la nostra offerta formativa. Vorremmo anche contribuire ancora di più alla formazione di professionisti sanitari, ma le regole imposte dei criteri di accreditamento unitamente ai limiti di spesa del personale oggi ci frenano in questa direzione».

La lection magistralis di Gentiloni

Il commissario europeo Paolo Gentiloni durante la lectio magistralis - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il commissario europeo Paolo Gentiloni durante la lectio magistralis - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

La lectio magistralis del commissario Gentiloni ha poi portato nell’affollatissima aula magna di medicina il tema della cittadinanza europea, «ancora incompiuta»: «Siamo di fronte a una sfida fondamentale se non vogliamo un’Europa fragile e di piccoli Stati nazionali». Quali sono dunque le priorità? «Innanzitutto dobbiamo difendere i valori e lo stato di diritto che sono sotto attacco non solo in varie parti del mondo ma talvolta anche all’interno dell’Europa stessa».

L’Ue deve però dotarsi anche «di un’unica politica estera e di un’unica politica di difesa», cosa resa più urgente a fronte delle «minacce che vengono dalla Russia di Putin». È necessario inoltre essere «leader nella transizione ecologica per contrastare la crisi climatica e al contempo per essere competitivi nel mondo di oggi». Servono infine riforme sui meccanismi decisionali per un’Unione che nei prossimi anni potrebbe allargarsi fino ad avere più di trenta Stati membri: «In questo senso dobbiamo assomigliare più agli Stati Uniti che alle Nazioni Unite».

Gli studenti

Considerazioni critiche sono arrivate dal rappresentante degli studenti Mattia Rebessi, che ha proposto un discorso di ampio respiro che ha toccato i temi della violenza di genere, delle guerre e di quanto tutto questa incida in negativo sul mondo giovanile e studentesco: «Oggi, qui - ha attaccato - sono riuniti rappresentanti di ogni livello della politica: l’Università, l’Europa, la Regione, la Città. Quando qualcuna di queste istituzioni saprà rispondere alle grandi questioni del nostro tempo? Veniamo accusati di essere viziati e lagnosi. Di essere inabili a interfacciarci con la normalità. Forse allora è la normalità ad essere il problema. Ed è nostro compito crearne una nuova. Siamo figli di una generazione che ci ha cresciuti facendoci credere che “ideologia” sia una parola sporca, e che la politica possa essere solo un affare losco: non è così. Sta a noi re-impossessarci di quegli spazi, con idealismo e immaginazione. Per questo voglio fare un appello ai giovani, ai miei coetanei, alle studentesse e agli studenti, e dire ciò che forse, nessuno vi ha detto per paura: se non vi ascoltano, fatevi ascoltare».

Daniela Fiordalisi, in rappresentanza del personale tecnico amministrativo e «disability manager»: si è soffermata sul problema del salario del Pta, «ancora lontano da essere adeguato» e del problema della disabilità all’interno delle organizzazioni lavorative: «Ci sono ancora molte persone purtroppo vittime di stereotipi».

La cerimonia è stata aperta dai contributi della sindaca di Brescia Laura Castelletti, di Filippo Ferrari in rappresentanza della Provincia, e da Giorgio Maione, assessore regionale.

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