L’assessore regionale all’UniBs: «Esemplare in Lombardia per il legame con il territorio»
L’università lombarda è un’«eccellenza», e, al suo interno, l’Università degli Studi di Brescia spicca per il suo legame con il territorio. Ne è convinto l’assessore regionale all’Università, ricerca, innovazione Alessandro Fermi, intervenuto stamattina in una tavola rotonda nella sala consiliare della facoltà di medicina dell’UniBs, tappa bresciana del suo «tour» per gli atenei lombardi «Un viaggio tra le eccellenze. Università e Regione Lombardia si incontrano», cominciato a fine gennaio.
Accanto a lui il rettore Francesco Castelli, il prorettore alla ricerca Alessandro Padovani e il rappresentante degli studenti in Senato accademico Diego Vollaro.
Dell’ateneo statale della nostra città, l’assessore regionale ha lodato il radicamento col territorio: «Sono un sostenitore della Lombardia dei territori – ha detto –, non credo a una regione che abbia solo Milano come punto di riferimento nell’ambito formativo. Brescia è emblema del coraggio di avere creduto e investito nel territorio, aprendo sette sedi distaccate e dando la possibilità agli studenti di non doversi trasferire a Milano». Una realtà, quella bresciana, che va sostenuta: «Se vogliamo mantenere vive le università provinciali dobbiamo mettere risorse su questi territori, per consentir loro di svilupparsi e di continuare ad essere un punto di riferimento».
Le risorse
Le risorse, ha spiegato l’assessore, arriveranno con un finanziamento «innovativo» per il periodo 2025-27: «Sta finendo il Pnrr, e noi abbiamo la volontà politica di inventarci una nuova misura che porterà investimenti nell’ordine dei 40-60 milioni di euro per le università lombarde, in particolare per quelle che hanno deciso di investire sul territorio. La misura, che vogliamo costruire entro l’estate e promuovere entro l’autunno, sarà nel perimetro del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr)».
Sul diritto allo studio
Dal rappresentante degli studenti Vollaro è arrivata però la sollecitazione sul diritto allo studio: «È un’emergenza nazionale e regionale che ci vede attendere ancora circa 50 milioni di euro a copertura delle borse di studio. Una settimana fa è stata pubblicata la graduatoria di aggiornamento, a Brescia abbiamo 1000 studenti idonei alla borsa che ancora però non l’hanno ricevuta. Su 162 milioni di fabbisogno per coprire le borse, oggi ne mancano 50: 20 milioni sono erogati dalla Regione, 43, di fatto, provengono dalle tasse degli studenti e i 50 milioni mancanti di solito sono coperti dagli atenei, sacrificando risorse per i servizi: un circolo vizioso».
Questione su cui l’assessore ha replicato: «Il problema è che è stata ampliata la platea degli aventi diritto, in previsione del Pnrr, aumentando anche la dote per ogni borsa, ma è un provvedimento oggi non sostenibile economicamente. Dobbiamo recuperare risorse: come Regione l’unica possibilità che abbiamo è prenderle dal Fondo sociale europeo e fare iniziative che possano portare risorse alle università. Tutte le Regioni stanno chiedendo al Ministero di prendere coscienza della situazione e aumentare la dotazione finanziaria per Regioni e università».
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