Università

A Ingegneria resta quest’anno l’appello a Pasqua

Ma nei dipartimenti potrebbe essere eliminato «in via sperimentale». A chiarire la situazione è Michela Tiboni
La sede della macroarea di Ingegneria
La sede della macroarea di Ingegneria
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Per quest’anno l’appello di Pasqua a Ingegneria è salvo. Ma dall’anno prossimo potrebbe essere eliminato «in via sperimentale», per lo meno in un Dipartimento su tre. A chiarire la situazione è Michela Tiboni, presidente del Consiglio dei corsi di laurea in Ingegneria civile e Ambiente e territorio (uno dei Consigli di corso di Ingegneria all’Università Statale).

«Quest’anno - spiega - la sessione d’esame si terrà regolarmente. Quello che stiamo facendo è però un ragionamento che riguarda l’anno accademico 2022/2023 e i successivi». Ma perché si vorrebbe eliminare questo appello? «A Ingegneria la didattica è organizzata in due semestri. L’appello di Pasqua crea problemi ai corsi del secondo semestre: provoca un crollo delle presenze in aula. Nei nostri corsi seguire le lezioni è fondamentale e a noi sta a cuore che i nostri ragazzi riescano a mantenere un buon passo. Crediamo che l’appello pasquale provochi suo malgrado ritardi a catena».

L’idea è quindi quella di eliminarlo, o meglio, di riposizionarlo nel calendario in via sperimentale: «Chiaro che saremmo anche pronti a ritornare allo status quo attuale se ci accorgessimo che le cose funzionavano meglio. Inoltre potremmo lasciare l’attuale sessione per gli studenti che stanno affrontando il periodo finale del proprio percorso». In realtà nella macroarea di Ingegneria non tutti i Consigli di corso la pensano allo stesso modo. Proprio ieri Ingegneria dell’Informazione ha dato parere negativo alla cancellazione della sessione d’esame. In linea con quanto aveva già fatto lunedì Meccanica. Inoltre si stanno intensificando le proteste degli studenti, e in particolare del gruppo di maggioranza Studenti Per - Udu, che proprio in questi giorni ha dato vita a una serie di iniziative per opporsi alla soppressione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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