Cultura

Simona Atzori: «Volo senza ali perché la vita è un’opera d’arte»

La ballerina-pittrice senza braccia si esibirà stasera all’Auditorium Balestrieri «Un messaggio di felicità»
La leggerezza. Simona Atzori  sulla copertina del suo libro «Cosa ti manca per essere felice» // PH. GABRIELE RIGON
La leggerezza. Simona Atzori sulla copertina del suo libro «Cosa ti manca per essere felice» // PH. GABRIELE RIGON
AA

Ballerina e pittrice, ma soprattutto grande essere umano. Tutto questo perché Simona Atzori non si è concentrata su ciò che non aveva, ma su ciò che era presente e su ciò che le riusciva bene, arrivando ad essere un’artista amata, apprezzata e più che meritevole.

La danzatrice senza braccia arriverà stasera a Brescia, alle 20.30, all’Auditorium Balestrieri del Liceo Leonardo (via Federico Balestrieri 6 in città, con biglietti ancora disponibili e acquistabili alla Libreria Serra Tarantola e nei bar dei licei Leonardo, Copernico, Calini, Golgi e Pastori - 13 euro l’intero e 7 il ridotto fino ai 14 anni non compiuti), con il suo spettacolo di beneficienza «Volo senza ali, cosa ti manca per essere felice».

Uno spettacolo motivazionale, nel quale Simona mostrerà le sue doti, ma soprattutto svelerà al pubblico come potenziare i propri doni, rendendo la vita bellissima. Lo spettacolo è stato presentato ieri in conferenza stampa, alla presenza di Mafalda Gritti, consigliere comunale e presidente della Commissione Servizi alla Persona e Sanità, e di Stefano Corini e Valentina Dall’Era, tesoriere e segretario dell’associazione Il Gomitolo di Giulia, che ha voluto portare Simona a Brescia, per raccogliere fondi per la Libera Scuola Waldorf di Rodengo Saiano, in linea con il loro proposito di coniugare cultura e sociale.

«Simona - ha raccontato Corini - è una ballerina e pittrice nata senza braccia, ma con genitori speciali, che si sono focalizzati su ciò che c’era e non su ciò che mancava». A confermarlo è la stessa Atzori, che, impegnatissima, non è riuscita a presenziare alla conferenza, ma che abbiamo contattato telefonicamente: «Mi auguro che allo spettacolo ci siano tanti ragazzi ma anche tanti genitori, perché i genitori hanno bisogno di una bella spinta. Sono loro che devono credere nei ragazzi, altrimenti diventa difficile. Proprio come hanno fatto i miei, incredibili nella loro semplicità». Per l’arte.

Un altro intento della serata promossa da Il Gomitolo di Giulia si sposa bene con la didattica delle Scuole Waldorf: l’arte, lì, è un pilastro, e non un "di più", e Simona è «favorevole al 200%, perché l’arte è il canale più straordinario, per tutti, uno strumento fondamentale per esprimersi. Se l’arte a scuola non c’è, i ragazzi fanno fatica a trovare la propria arte. Ecco perché è bene che sia sempre più integrata a scuola, e che anche i genitori spingano su questo». Simona Atzori sa parlare al cuore attraverso la sua arte, ma anche attraverso le sue parole, integrate nei suoi spettacoli. «Per una parte della mia vita mai avrei immaginato di fare questo, di salire sul palco per parlare, perché io parto come artista della danza e della pittura - ci ha raccontato -. Credevo che l’arte dovesse parlare per sé, e in effetti è così, ma mi accorgevo che la gente, dopo avermi vista, voleva conoscere il dietro le quinte e le motivazioni che mi avevano spinta a fare ciò che faccio». Ora i suoi spettacoli motivazionali di danza e pittura sono un aspetto importante per lei, «li ho coltivati pian piano con l’esperienza, e ora sono uno degli aspetti della mia vita che amo di più».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato