Severino: «Alla verità si può arrivare con un sentiero diverso»
La filosofia ha parlato attraverso il teatro nell’incontro con il quale, in un Teatro Sociale riempito anche da molti giovani, Brescia ha festeggiato i 90 anni di Emanuele Severino. Una riuscita «manifestazione di stima e affetto per la filosofia», come ha detto in chiusura il pensatore bresciano ringraziando il pubblico e gli enti che hanno voluto questo incontro (l’Ases, Associazione di studi «Emanuele Severino», il Centro Teatrale Bresciano e il Comune). Ma anche un modo per rendere omaggio - nelle parole del sindaco Emilio Del Bono - «a un filosofo che dà vanto a Brescia, città che non ha mai lasciato e alla quale ha dimostrato più volte di voler bene».
Nella parte saliente della mattinata, quattro attori hanno letto alcuni passi dell’«Orestea», la trilogia tragica di Eschilo, nella traduzione realizzata oltre 30 anni fa da Severino. Con la regia di Andrea Chiodi, Graziano Piazza ha aperto recitando l’inizio dell’«Agamennone». Federica Fracassi è stata un’emozionante Cassandra. Fausto Cabra, appassionato nelle vesti di Oreste, ha dialogato con Ottavia Piccolo, prima Clitemnestra poi dea Atena di un importante passo delle «Eumenidi».
L’ottimo coro di nove giovani attrici e attori bresciani ha scandito le parole vendicatrici delle Erinni e soprattutto l’inno a Zeus contenuto nell’«Agamennone», fulcro dell’interpretazione innovativa veicolata dalla traduzione di Severino. Ad essa ha accennato il prof. Giulio Goggi, citando il passo nel quale il coro afferma che «il dolore che rende folli deve essere cacciato con verità dalla mente». Una verità «che sta», incontrovertibile: quella della filosofia.
«Il pensiero che si rivolge a Zeus salva dal dolore, perché il mortale vede che il divenire delle cose non si dissolve nel puro nulla». Lo ha ribadito alla fine lo stesso Severino: «Eschilo è forse il primo a evocare quel concetto di verità incontrovertibile che salva dal dolore. Una verità definitiva, che nessun cambiamento può scuotere o abolire». Questa «verità», che ha segnato per secoli la storia dell’Occidente, è tuttavia «andata incontro a un grande fallimento. Viviamo oggi in un periodo molto denso di significato, ma altamente drammatico, nel quale assistiamo al tramonto della nostra tradizione.
Ma Eschilo non è un sorpassato, il suo evocare l’idea della verità è ancora attuale. È possibile, infatti, che ad essa si possa arrivare con un sentiero diverso rispetto a quello che la tradizione ha battuto». È il sentiero tracciato da Severino, e l’Ases è stata fondata nella nostra città con l’intento di divulgarlo, come ha chiarito il presidente Vincenzo Milanesi: «Vogliamo far capire quanto il contenuto delle sue opere interroghi la quotidianità: Severino è la figura più importante della filosofia italiana del secondo ’900».
Il suo pensiero - ha sottolineato la vicepresidente Ines Testoni - è sempre più conosciuto e discusso nel mondo, ma anche a Brescia vengono avviate iniziative: «La Rete bibliotecaria bresciana ha creato un archivio virtuale che raccoglie gli scritti di e su Severino. E qui è nato il Gruppo di ricerca epistemologica dedicato al maestro». Dal 13 al 15 giugno prossimi, l’Ases terrà nelle due università bresciane il secondo congresso internazionale sul filosofo: una settantina di studiosi saranno chiamati ad approfondire la relazione tra il suo pensiero e quello di un altro grande del ’900, Martin Heidegger.
La «festa del pensiero» - evocata ieri dalla presidente del Ctb, Camilla Baresani - è dunque destinata a proseguire. Sarà ancora possibile «abbracciare» il filosofo, come ha sottolineato Claudio Bragaglio (del comitato direttivo Ases) che ha condotto l’incontro: «Festeggiamo un percorso di impegno straordinario che fa onore alla cultura e alla nostra città».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato