Sanremo 2020, Diodato: «C'è solo felicità»
«Ci sto capendo veramente poco. È una sensazione stranissima. Sono sconvolto». Sono le prime parole di Diodato, dopo la vittoria al 70esimo festival di Sanremo con il brano «Fai rumore». «Fin dal primo giorno mi sono sentito accolto da calore che non mi aspettavo. Ricevere tutti questi premi è una cosa molto inaspettata. Mi riempie di gioia». «Dedico il premio alla mia città, Taranto, in cui bisogna fare rumore, per tutti coloro che lottano ogni giorno in una situazione insostenibile».
«Credo che ci sia un movimento musicale in Italia - aggiunge - che va rispettato e comincia ad avere dei riconoscimenti importanti. Quello che è successo è un sogno, non riesco ancora a connettermi con la realtà. Penso che ci sia musica importante nel nostro Paese».
«Ho raccontato me stesso, delle sensazioni che ho provato, sono andato a pescarle nella mia intimità, nel mio vissuto. Quando cerchi di dire la verità mettendoti a nudo, in quel momento lì ti connetti con qualcun altro. Ci somigliamo tutti quando andiamo in profondità, è da ricordare nella vita di questi giorni, nelle scelte che facciamo. Se riesci a essere sincero con te stesso l'emotività arriva anche a chi ti ascolta».
Diodato parteciperà all'Eurovision song contest: «16 maggio? Mi sa che ci vado. Sono felice di portare la musica italiana in giro. Credo che in qualche modo bisogna fare squadra. La musica italiana ha uno spessore importante, va aiutata a livello internazionale. Abbiamo una forza importante, uno degli artisti che ho amato di più, Domenico Modugno, lo insegnava all'estero. L'Eurovision mi sembra una buona occasione». «Io userò sempre la mia forza, e l'ho sempre fatto in questi anni, man mano che crescevo artisticamente invitavo gente a Taranto. Spero di poter aiutare anche quest'anno il 1° maggio a Taranto».
«In questo momento - aggiunge - non ho paura, sono arrivato a tutto questo continuando a essere me stesso. Non sono spaventato, arrivo a questo successo dopo tantissimi anni di gavetta, di batoste anche pesantissima. Non penso che la vita sia tutto rose e fiori, credo di avere quel filo di maturità per capire che dai dolori possano nascere grandi cose. Ho suonato in condizioni estreme, sono le cose che ho vissuto e imparato, a suonare per quelle 8 persone davanti a me, andavano rispettate più di quelle che c'erano. Io continuerò la gioia che prova per fare questo lavoro con chiunque verrà al tuo concerto. Ho cantato meglio alla fine perchè mi ero liberato di qualcosa. Stasera quando cantavo ho sentito un'energia strana, ho sentito che si muovevano i capelli, una specie di presenza. Dopo ero completamente libero, felice, forse non sentivo più la tensione della gara, c'era solo la felicità».
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