Renga: «Il tour nei teatri? Per stare più vicino ai miei fan»
La famiglia, l’amore, il pubblico che lo segue fedelmente da anni. «L’altra metà» di Francesco Renga è questa, nello spazio che la musica non occupa. In un confine sottilissimo, se «L’altra metà» è prima diventato l’ultimo lavoro del cantautore bresciano e ora anche la «copertina» ufficiale del tour.
«Un appuntamento speciale», lo definisce, perché andrà a toccare i teatri di tutta Italia. Partenza l’11 ottobre dagli Arcimboldi a Milano, chiusura il 23 dicembre a Cagliari. In mezzo anche due date bresciane il 28 e 29 ottobre al teatro Dis_Play (biglietti già disponibili sul circuito Ticketone e nei punti vendita abituali). Oltre due mesi, oltre 40 concerti («Mi sto preparando fisicamente e vocalmente per reggere»), per poi a maggio 2020 il grande salto in Europa: cinque date tra il 10 e il 18 a Zurigo, Bruxelles, Parigi, Londra e Madrid. Desiderio.
«Il ritorno al tour nei teatri - racconta Renga - era un mio grande desiderio, un sogno che avevo da anni. Anche ascoltando il mio pubblico, e vedendo la strada intrapresa con "L’altra metà", la scelta è stata inevitabilente quella di una dimensione più intima, più raccolta, più consona alla dimensione della musica. Per questo mi piace parlare di spettacolo pensato per i teatri. Ci saranno momenti differenti, separati ma sempre all’interno di uno stesso contenitore. Ci sarà una scenografia creata apposta, particolare e affascinante. Quindi tutto molto differente rispetto ad esempio agli spettacoli dell’Arena o a Taormina di questa estate, che dentro mi hanno lasciato tantissimo perché fatti in luoghi senza tempo, che ti fanno restare a bocca aperta».
Renga però, lo ha sempre detto, è uno da contatto «a pelle» «e ciò - sottolinea - verrà amplificato in questo tour nei teatri. Come? Con la possibilità di guardare negli occhi il mio pubblico, quasi di toccarlo. Era il mio desiderio, ma anche il loro e pure per questo le date si sono moltiplicate: è un rapporto mi viene da dire privato tra me e chi mi segue e la dimensione del teatro renderà magico ogni momento».
In tutto questo c’è Brescia. «Due date che aspetto con ansia, ma perché Brescia rappresenta per me la serenità, la tranquillità, la bellezza. Una città che mi ha sempre protetto, dove vivo e dove crescono i miei figli, che mi dà la possibilità di trascorrere una vita normale, fortuna che manca a molti cantanti. Io faccio la spesa, vado dal ferramenta: in questo Brescia è generosa con me e suonare qui rappresenta una festa nella festa, significa ritrovare davanti a me la quotidianità: dal fornaio a cui vado tutte le mattine ai genitori che incontro fuori da scuola».
E poi c’è l’estero, le tappe di maggio, «quell’ennesima sfida che nasce dalla mia voglia di mettermi in gioco: ma anche in questo caso si tratta di un sogno che si realizza». Grazie a «L’altra metà», che «più passa il tempo - conclude Renga - più mi accorgo che mi sta lasciando dentro la consapevolezza di un lavoro maturo, sviluppato attraverso un linguaggio nuovo, ma che racconta chi sono e chi sono stato».
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