Cultura

Ne «La Cenerentola» spicca il talento di Cecilia Molinari

Nel complesso piacevole lo spettacolo con il quale si è inaugurata al Grande la nuova Stagione lirica
APPLAUSI PER "CENERENTOLA"
AA

Teatro Grande gremito ed elegante per «La Cenerentola» di Rossini. È un dramma giocoso con una duplice natura: comica e tragica.

Il soggetto viene dalla nota favola, ma l’elemento magico è eliminato: Angelina-Cenerentola è solo una ragazza umiliata e sfruttatissima, con sogni che non una fatina bensì l’intuizione di un saggio farà avverare. 

  • Teatro grande/ prima 1
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Buon cast. Lo spettacolo cui abbiamo assistito - per l’apertura della Stagione lirica - ha, nell’insieme, una sua piacevolezza, ed il buon cast di giovani cantanti si è veramente prodigato, anche sul piano scenico. Svetta il mezzosoprano Cecilia Molinari: bel timbro, intonata, regge con sicurezza un ruolo vocalmente massacrante. È espressiva e sa fraseggiare. 

Don Magnifico e le sue figlie. Vincenzo Taormina tra Eleonora Bellocci (Clorinda) e Elena Serra (Tisbe)
Don Magnifico e le sue figlie. Vincenzo Taormina tra Eleonora Bellocci (Clorinda) e Elena Serra (Tisbe)

La direttrice Yi-Chen Li ha una certa tecnica, ma è piuttosto meccanica: ha cercato, marcando molto i tempi, di ottenere equilibrio tra orchestra e palcoscenico, ma non ha saputo accendere i colori, lo scintillio che emana la partitura. Ci ha provato invece il regista Arturo Cirillo, puntando molto sulla favola e sul lato buffo dell’opera. La sua lettura, frutto di molti e diversi spunti (balletto, varieté, fumetti...), esagera in gag e - alla ricerca di un palcoscenico continuamente animato - finisce per renderlo frenetico.  «La Cenerentola» si replica domenica alle 15,30 (turno B).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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