Cultura

«Lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ora lasciatemi in pace».

La traduttrice Raja avrebbe fatto "coming out" online: «Non parlerò mai di me stessa, né dirò nulla riguardo ai libri di Elena Ferrante».
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«Lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto dei lettori con i
libri della Ferrante. Non parlerò mai di Elena Ferrante, né risponderò a suo nome, né dirò nulla riguardo ai suoi libri. Vi ringrazio. Vorrei solo chiedere, ora che la curiosità che durava da anni è stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace», ha scritto la Raja in una breve serie di post su Twitter.

«Ritengo volgare e pericoloso il modo in cui si è voluti arrivare a pretendere di svelare un'identità violando privacy e regole. Ma pazienza», ha detto la scrittrice dopo l'outing della sua identità, protetta da anni, da parte del giornalista italiano Claudio Gatti sul Sole 24 Ore, negli Usa su New York Review of Books, sulla Frankfurter Allgemeine tedesca e su Mediapost francese.

Caso risolto? Nient’affatto, perchè nelle scorse ore la casa editrice E/O ha smentito categoricamente la notizia chiarendo che il profilo è un fake. La pagina è stata aperta solo stanotte.

Il caso ero scoppiato domenica, quando il supplemento cultura del Sole 24 Ore ha rivelato che dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante si celerebbe Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone. In un’inchiesta dettagliata, condotta insieme con la tedesca Faz, la New York Review of Books e i giornalisti francesi di Mediapart, la Domenicà del Sole ha analizzato il boom di introiti registrato dalla casa editrice e/o - che ha pubblicato la tetralogia - e quelli della Raja, formalmente solo una traduttrice dal tedesco che lavora come freelance. Il lungo articolo smentisce anche le malelingue secondo cui la vera mano dietro il successo planetario della Ferrante sarebbe quella dello stesso Starnone: negli anni il suo reddito non è cambiato in modo da giustificare le voci, mentre i compensi versati dalla casa editrice di Sandra Ozzola e Sandro Ferri alla Raja sono aumentati del 150 per cento in pochissimi anni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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