La Crisi di Luglio: l'ABCD del ritorno con i Fools Garden
Geniali folli da giardino movimentano l’estate della Crisi di Luglio, che torna dopo anni di silenzio, all’insegna di «ABCD». La bizzarra frase che precede non è conseguenza di un colpo di sole, ma la sintesi (divertita) del percorso artistico che ha portato La Crisi di Luglio - progetto musicale bresciano nato anni fa come duo, e ora incarnato dal solo Daniele Ardenghi - a collaborare con la band tedesca Fools Garden (Il Giardino dei Folli, appunto), protagonista nel 1995 di un successo planetario con la hit «Lemon Tree».
Il primo frutto del sodalizio è un singolo intitolato appunto «ABCD», in uscita venerdì 10 luglio per Freecom/Cramps Music, a cui seguiranno prossimamente «Diva» e «La-rissa». Abbiamo chiesto al cantautore, di professione redattore nel settore Sport del nostro giornale, di raccontarci questa rinnovata avventura.
Daniele: La Crisi di Luglio riappare in chiave solista, insieme agli autori di un indimenticabile tormentone di fine millennio. Com’è accaduto tutto ciò?
Avrei continuato volentieri con la formazione a due, ma Podestani non era più interessato al progetto. Considerato ch’ero io l’autore della stragrande maggioranza dei brani editi, e pure dei provini rimasti sepolti, sono ripartito in autonomia.
I Fools Garden (o Fool’s Garden, come appariva nelle copertine dell’epoca) da che cilindro li hai estratti?
Devi sapere che l’album «Dish On The Day», che contiene «Lemon Tree», è stato il primo cd che ho comprato nella mia vita: undicenne, mi ero innamorato di una band tedesca per origine, ma profondamente british sul piano sonoro. Credo, più in generale, che esista un filo invisibile che collega Smiths, Blur, Oasis, Nirvana, e i miei adorati tormentoni eurodance anni 90, quelli di Molella, Gigi D’Agostino, Haddaway e Gala: la melodia. Melodie semplici, epiche, che entrano nel quotidiano per rimanerci per sempre. Io credo in quel filo conduttore, e penso che i Fools Garden, nel 1995, abbiano insegnato al mondo come si scrive una grande canzone pop. Li ho trovati subito disponibili: lavorare con loro è uno dei più imprevedibili regali che il destino mi abbia fatto.
Come sono intervenuti sui pezzi?
Il chitarrista Volker Hinkel ha impreziosito le tracce con abbondanti dosi di Rickenbacker (seicorde amata da John Lennon e Johnny Marr), amplificatori Marshall, seconde voci e con il mellotron, strumento che ho espressamente richiesto loro. Jan Hees ha inciso la batteria e mixato il tutto, mentre il frontman Peter Freudenthaler compare nei cori.
Hai approfittato del lockdown per rimettere mano al progetto...
Abito vicino al Civile e il dramma del Covid è stato un’esperienza traumatica anche a livello sensoriale, per il viavai continuo di ambulanze. Ma a livello personale è stato un periodo di grande creatività. Prima avevo una vita larga e pensieri stretti; poi mi si è ristretta, come a tutti, la vita, ma i pensieri sono diventati più larghi.
«ABCD» è un brano, di presa immediata, che parla d’amore e del bisogno di farsi forza quando le cose ti si rivoltano contro. Il video che lo correda, montato da Carlo Galbiati, strizza però l’occhio all’immaginario british a cui La Crisi di Luglio si rifà da sempre...
È un tributo a Brighton, al mare, alle giostre e al perdersi, come mi successe la prima volta che, ragazzino, andai in Inghilterra.
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