L'emozione e l'orgoglio: da Venezia viva il cinema
Una scossa emozionante, una chiamata alle armi, un'elegia a quel linguaggio che ci tocca il cuore e ci emoziona dal 1895: l'apertura di Venezia 77, quel rito anche istituzionale di dichiarare il via alla Mostra internazionale d'arte cinematografica, si è trasformata ieri sera - certamente per il momento storico eccezionale, quella pandemia che, tra le tante cose, ha fermato il cinema come neppure due guerre mondiali avevano fatto - in una celebrazione commovente dell'amore per il cinema.
«Muoio dalla voglia di andarci», ha detto Jane Campion in un video che raccoglieva le voci di tanti cineasti. «Cinema cinema cinema! Wakanda for ever», ha detto commossa Tilda Swinton ricevendo il Leone d'oro alla carriera e ricordando la triste scomparsa di Chadwick Boseman, «cinema nient'altro che amore», ha quasi invocato.
Sul palco sette direttori di altrettanti festival guidati da quello di Venezia Alberto Barbera, «in simbolica rappresentazione di tutti gli altri e in solidarietà con l'industria del cinema» hanno in staffetta condiviso un documento che nel ribadire «lo straordinario e l'inimmaginabile che sta accadendo» ha sottolineato quanto il cinema sia stato «se mai così assente, mai così presente. Provvisoriamente privati di ciò che è più caro, ne abbiamo compreso il valore. Oggi, le sale cinematografiche riaprono i battenti e, come per i festival, c'è un pò di incertezza e un po' di inquietudine. Ma lo fanno con speranza e convinzione, perché sanno che, ora più che mai, nessuno può fare a meno del cinema. Del cinema in sala, sul grande schermo, insieme con il pubblico, la sua voce, i suoi silenzi».
La presidente di giuria, la divina Cate Blanchett in italiano ha esordito: «Siamo qui, ce l'abbiamo fatta, ritrovarmi insieme a tutti voi sembra un miracolo», «anche il cinema può essere miracoloso - ha proseguito -. Negli ultimi mesi, isolati nelle nostre bolle, abbiamo retto grazie a fiumi infiniti di storie e immagini senza mai però provare le emozioni della condivisione al buio della sala con estranei. Non so voi - ha detto con ironia l'attrice australiana - ma nel mio salotto non capitano mai grandi eventi. Il cinema invece è un evento, creativo, spettacolare, quando vedi i blockbuster, o di grande connessione con il cinema del passato e ponte il futuro quando guardi il cinema d'autore come accade nei festival dove tra vecchi maestri e talenti emergenti si forgiano nuove generazioni di spettatori».
L'apertura della serata, pur con il muro fuori a chiudere in fortezza il palazzo del cinema, pur nel distanziamento, nelle mise eleganti avvilite dalle mascherine, nei mille controlli di febbre, già aveva fatto capire l'alto tasso di emozione che stava salendo: sul palco la Roma Sinfonietta diretta da Andrea Morricone ha suonato il tema di Deborah mentre sullo schermo passavano le immagini di C'era una volta in America di Sergio Leone, l'omaggio, con standing ovation al termine, al maestro Ennio Morricone.
Presenti il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, la famiglia Morricone, le giurie, il neo presidente della Biennale Roberto Cicutto, Roberta Armani, Sandra Milo. Anna Foglietta, la madrina di Venezia 77 si è appassionata, ha parlato del fare, dell'empatia ha ricordato gli invisibili del mondo dello spettacolo e applaudito, anzi idealmente abbracciato, gli operatori sanitari e i familiari delle vittime del covid.
Poi sul palco la magia della presenza di Tilda Swinton, più che un'interprete e una musa di tanti registi (da Jarmush a Guadagnino): autrice, curatrice, scrittrice e tantissimo altro, una presenza carismatica, ipnotica che una volta tanto ha lasciato trasparire la commozione. «Il cinema è, semplicemente, il mio luogo felice. È la mia vera madrepatria, l'albero genealogico del mio cuore. I precedenti Leoni d'oro alla carriera - ha detto trasmettendo una grande emozione - sono i nomi dei miei maestri, gli anziani della mia tribù. Vedere un film, a Venezia, è - ha detto in italiano - pura gioia. Vorrei ringraziare il festival di cinema più venerabile e maestoso della terra, per aver alzato la sua bandiera quest'anno, e grazie per il Leone con le ali, il miglior dispositivo di protezione personale per l'anima».
Venezia 77, con il film di apertura fuori concorso Lacci di Daniele Luchetti, comincia così, con una serata emozionante e decisamente motivazionale per il ritorno in sala.
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