«Il mio Paolo VI tra i Pink Floyd e i tagli di Fontana»
«Ci metterò pure la musica dei Pink Floyd. Nel mio documentario voglio che di Paolo VI venga fuori tutta la modernità, tutta la capacità visionaria del pontefice bresciano, a partire dall’alleanza con gli artisti lanciata nel famoso discorso del 7 maggio 1964 nella Cappella Sistina».
La produttrice romana Alessandra Infascelli ha le idee chiare, per il docu-film che intende realizzare su papa Montini con la regia di Italo Moscati, e che potrebbe essere lanciato in occasione della canonizzazione di Paolo VI il prossimo ottobre.
Il ciak imminente partirà dalle due collezioni d'arte a cui diede vita l'appello di Paolo VI agli artisti: la Collezione di arte religiosa della Città del Vaticano e la Collezione Paolo VI Arte Contemporanea dell’associazione Arte e Spiritualità, all'Istituto Paolo VI di Concesio. «Una raccolta d'arte importante - spiega Infascelli - che merita di essere conosciuta a livello nazionale». Nel frattempo, il progetto ha già avuto la «benedizione» del cardinale Giovanni Battista Re, che dal Vaticano ha espresso «vivo apprezzamento» per il progetto.
In 50 minuti, il film porterà alla luce «un Montini inedito, a partire da materiale scovato nell’archivio delle Teche Rai - anticipa la produttrice -. La tecnologia consentirà di entrare nel dettaglio delle opere di artisti come Chagall, Matisse, Picasso, Magritte, Dalì, Kokoschka, Morandi, Vedova, Fontana, Casorati...». Da papa Paolo VI il discorso si allargherà a Concesio e alla nostra città. «Voglio che il focus sia su Brescia, città a cui sono legata e che merita di essere conosciuta, con le sue opere d’arte e con i suoi musei».
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