Federica, la violinista bresciana racconta Sanremo
Facebook sciorina carinerie in serie. Delikatessen da palcoscenico («Ti ho vista, eri stupenda») e curiosità catodiche: «Quale sei, come faccio a scorgerti?». Fila archi, un piede dinanzi ai fiati.
È l'unica bresciana nell'orchestra, Federica Quaranta, 31enne al Festival per la seconda volta consecutiva. L'unica in abito corto. Mica per vezzo. La mise è «omaggio» della premiata sartoria Ariston. Abito e tacco 12 regolamentare, «per aspera ad astra» se per raggiungere la ribalta ti si parano dinanzi quattro piani di scale: «A scendere prima, a salire poi». Giornate intense, quelle sanremesi: «Faticosissime da un lato, con le prove, i pranzi al volo, la tensione, poche ore di sonno».
Ma «abbaglianti» dall'altro: la sensazione di trovarsi al centro del mondo, nomi e personalità visti lì, a un metro, dal patinato al tridimensionale. Belén Rodriguez? «Sembra nata per lo showbiz». La valletta Ivana Mrazova? «Brava, abile ballerina, molto preparata». Gianni Morandi «un signore d'altri tempi». E Rocco Papaleo, «un mito destinato a diventare leggenda. Battute fulminanti, allieta le prove: peccato non si possano sentire in scena. Esilarante».
Campo sgombrato da dubbi di snobismo, dunque. Idem per gli artisti. In realtà, fra prove serrate e preparativi, il tempo per baloccare scarseggia. Giusto due baci e un saluto a Emma Marrone: «Avevo avuto modo di conoscerla lo scorso anno, una persona splendida». E a Francesco Renga, che Federica aveva già accompagnato - sempre dalle fila dell'orchestra - in due date del tour. Poco più che convenevoli: «Ciao, come va, in bocca al lupo».
E via di corsa a strumenti e microfono. Il brano di Renga affronta un «tema insolito», secondo Federica, «ovvero la bellezza. Con un'eleganza fuori dal comune».
Da stasera l'Orchestra esprimerà il suo voto: «Lo scorso anno ci eravamo trovati subito compatti sui giudizi - racconta la musicista bresciana - quest'anno le canzoni sono tutte di livello elevatissimo. Entra in gioco il gusto personale e, a un primo sguardo, l'orchestra non sarà più così unita nelle valutazioni». Nondimeno, Federica ha già ben chiari i tre brani cui assegnare la sua preferenza, in una sorta di braccio di ferro con il televoto. I pareri da dentro e da fuori, infatti, talvolta non collimano. Fisiologico. La visuale cambia, eccome, al di qua o al di là dello schermo. Al di là, sul palco, capita persino che tale visuale si oscuri d'emblée: «Durante l'esecuzione della sigla della serata inaugurale - rivela Federica - a causa di un black out ci siamo trovati improvvisamente al buio». Chi se n'è accorto? Nessuno: i musicisti, imperterriti, hanno continuato - fiduciosi - a suonare. The show must go on.
Raffaella Mora
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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