Cultura

Da Pasolini alla Dolce Vita: torna il Brescia Photo Festival

Arianna Colzi
Tra le esposizioni, al Museo di Santa Giulia arrivano le opere del fotografo americano Edward Weston curate in collaborazione con la nipote Cara
WESTON AL PHOTO FESTIVAL
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Corpi, volti, famiglie, relazioni ed epoche che dialogano gli uni con gli altri. Ritratti che scrutano e appronfondiscono con la delicatezza che solo la camera sa attribuire agli oggetti che cattura. Partirà il 31 marzo il «Brescia Photo Festival», presentato a Palazzo Loggia, l’iniziativa promossa da Fondazione Brescia Musei e dal Comune di Brescia, in collaborazione con il Ma.Cof, giunta alla sua quinta edizione, che quest’anno si addentrerà ne «Le forme del ritratto».

Un festival per un pubblico onnivoro che si presenta non solo come un viaggio nella fotografia e nella sua storia, ma anche come un percorso nei luoghi che tutelano ed esaltano la cultura bresciana: da Santa Giulia alla Pinacoteca Tosio Martinengo passando per il Mo.ca. In questa quinta edizione si aggiunge anche il prezioso spazio delle Cantine Berlucchi in Franciacorta dove saranno esposti «I ritratti della Dolcevita» a testimoniare ancora un dialogo tra passato e presente sempre sotto il segno della macchina fotografica.

Monica Vitti - Foto © Agenzia Dufoto
Monica Vitti - Foto © Agenzia Dufoto

Da Edward a Cara Weston: fotografia di una famiglia al Museo di Santa Giulia

Il cuore del Bpf sarà il Museo di Santa Giulia che ospiterà una delle due mostre antologiche di questa edizione, aperta dal 31 marzo al 24 luglio, ossia quella dedicata al fotografo americano Edward Weston, tra i più celebri del Novecento. 
Come spiega Filippo Maggia, curatore dell’esposizione, «si tratta di una prima volta assoluta per il nostro Paese, perché le sue opere non erano mai state state esposte insieme a quelle dei figli, Brett e Cole, e della nipote Cara, che ha curato con me la mostra. La vera sorpresa di questa mostra sono proprio i figli, anche perché le loro fotografie non sono mai state presentate in Italia: è interessante vedere come si distaccano dallo stile del padre, creando una loro lingua».

Weston è figura cardine della scena americana anche per gli incontri che contaminano il suo approccio al mondo della fotografia: non è un caso che il periodo in cui l’artista inizia a dedicarsi al ritratto (gli anni ’20 del Novecento) coincida con il suo soggiorno in Messico dove lavora a stretto contatto con l’artista Tina Modotti che sarà anche sua musa e compagna. La mostra, prodotta in collaborazione con Skira, con le sue 80 opere esposte, permette di osservare le varie connotazioni che il ritratto assume nella famiglia Weston, dal focus sul nudo femminile di Edward e del figlio Brett al lavoro sulla materia e sul colore dell’immagine compiuto da Cole.

Edward Weston, Shell, 1927 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Edward Weston, Shell, 1927 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents

Il Pasolini privato ritratto al Mo.ca

Con l’altra mostra cardine del palinsesto, continua il dialogo tra dimensione locale e internazionale, celebrando il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.
«Per essere poeti, bisogna avere molto tempo» sosteneva l’intellettuale friulano ed è proprio questa sua frase che dà il titolo alla temporanea che animerà il Mo.C, a curata da Renato Corsini e Gerardo Martorelli, un’esposizione in cui l’eclettico scrittore e cineasta viene messo a nudo... anche letteralmente. Lo stesso Corsini conferma il tentativo di «separare l’opera di Pasolini dal suo privato», per questo scopriamo la sua passione per il calcio («unica rappresentazione sacra del nostro tempo»), i suoi compagni di vita come l’amata Maria Callas. Soprattutto, con sorpresa, ci imbattiamo in alcuni scatti di nudo che raffigurano Pasolini immerso nel processo creativo di scrittura di quello che sarà il suo ultimo romanzo «Petrolio»: il libro, che resterà incompiuto e che uscirà postumo, era vissuto dall’autore come uno spogliarsi di ogni elemento superfluo agli occhi del lettore, per questo per la copertina, la scelta radicale era stata, appunto, quella di farsi nudo.

1965, Pier Paolo Pasolini nel suo studio, nella casa di via Eufrate 9 a Roma -Foto © Vittorio La Verde
1965, Pier Paolo Pasolini nel suo studio, nella casa di via Eufrate 9 a Roma -Foto © Vittorio La Verde

Gli altri appuntamenti 

Considerata la grande varietà di ambiti in cui Pasolini ha sperimentato, all'interno del Festival sarà celebrato anche il Pasolini cineasta. Al cinema Eden, infatti, verranno proiettati - in collaborazione con la Cineteca di Bologna -  tredici pietre miliari del regista friuliano restaurate che potranno essere fruibili per riscoprire la sua memoria artistica.

Tra le altre mostre che il Festival propone «Peggy e Paolo. Una passione senza tempo» segnaliamo anche un inedito dialogo tra il bresciano Paolo Tosio e Peggy Gugghenheim, due collezionisti che hanno scelto il ritratto per raccogliere la memoria delle loro persone e delle loro collezioni.

Claudio Amadei, Esemplare, 2022
Claudio Amadei, Esemplare, 2022

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