Brunetto da Salò a «La sai l’ultima?»
Cosa volete che sia sfidare altri 14 campioni della barzelletta per uno che ha cantato in Lapponia a -20 gradi per i manager della multinazionale Indesit per poi ripetersi, sette giorni dopo, nella canicola del Brasile?
Una domanda che porta a un altro interrogativo: cosa c’entra la lirica con l’arte di far ridere? La risposta sta in un sessantenne brizzolato in forma smagliante, salodiano, ma nato a Manerba. E che gonfia ancora il petto non solo per far esplodere la melodia di un’aria, ma anche nel ricordare il successo a «SuperKaraoke». Correva il 1994 quando, dietro le quinte, Fiorello in persona gli fece un inchino.
La storia - di vita e d’arte - di Bruno Lusenti, per tutti Brunetto, ha dell’incredibile. E il nuovo capitolo, per sua stessa ammissione, gli consegna «una seconda giovinezza». Da venerdì 21 giugno, in prima serata su Canale 5, sarà infatti tra i protagonisti della nuova edizione di «La sai l’ultima?», gara per barzellettieri che ha fatto furore sul piccolo schermo (tra gli Anni 90 e l’inizio del 2000), che torna a 11 anni dall’ultima messa in onda, con la conduzione di Ezio Greggio.
In attesa dell’ufficializzazione dei dettagli sulla formula (saranno comunque sei puntate in tutto), Brunetto non può svelare i meccanismi della gara. Dal web si apprende comunque che i barzellettieri saranno divisi in squadre, ciascuna delle quali avrà un coach, secondo il modello talent-show. Nel cast, pure Romina Pierdomenico e i comici Maurizio Battista, Biagio Izzo, Nino Formicola e Gianluca Fubelli.
Lusenti - che di professione fa il cantante e l’intrattenitore, e che ha ideato lo show «Sesanièntdeprecis!» - è approdato a «La sai l’ultima?» nel modo più social possibile. «Per qualche tempo, ogni giorno, mandavo un mini video con una barzelletta a una cinquantina di amici. Un giochino su WhatsApp per regalare un momento di spensieratezza - racconta Bruno -. A qualcuno è venuta l’idea di trasportare questi filmati su YouTube, con l’apertura di un canale dedicato. La produzione del programma ci è capitata dentro, e mi ha chiamato».
Sono seguiti un paio di provini, brillantemente superati. Verso fine maggio l’annuncio: «Brunetto, sei dei nostri!». «Cosa volete che vi dica - ammette il gardesano, già voce di un inno della FeralpiSalò -, per me è un’iniezione di gioia e pure di autostima. Ho iniziato a studiare canto tardi. Sono nato a Manerba, mica a Roma o a Milano... Ho sempre volato basso».
Ma c’è qualcosa che né l’età né la provenienza possono fermare. È il talento. Quello di intrattenere («la produzione mi assicura che buco lo schermo») e di inventarsi un modo di divertire in grado di unire i registri così lontani di due arti come il belcanto e la risata. Come se, a metà strada tra la Lapponia e il Brasile, ci fosse Salò.
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